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Inghilterra: è boom sui prezzi dei generici, preoccupati Nhs e farmacie

13 Giugno 2018

Si fa sempre più forte, in Inghilterra, la preoccupazione delle autorità per i vertiginosi aumenti di prezzo che da diversi mesi stanno interessando il mercato dei generici, con effetti deflagranti sui budget del Nhs, il servizio sanitario britannico. Proprio così: quegli stessi medicinali che in Italia e altrove contengono e raffreddano la spesa farmaceutica, dall’altra parte della Manica rischiano di far saltare i conti non solo della sanità pubblica, ma anche delle farmacie del territorio. Questo almeno è l’allarme proveniente dal rapporto con cui il National audit office, l’ufficio parlamentare di controllo sui conti pubblici, è intervenuto nei giorni scorsi sul tema.

I numeri messi sul tavolo dal Nao danno la misura più fedele del problema: nel 2017-2018, dice il rapporto, il Dipartimento della salute ha concesso alle farmacie rimborsi in deroga sui generici per 315 milioni di sterline, ossia sette volte la cifra rimborsata nel 2016/2017. E le proiezioni effettuate a maggio dicono che senza correttivi la spesa farmaceutica territoriale sfonderà a fine anno il budget di circa 250 milioni di sterline.

Per apprezzare l’entità della minaccia va prima capito il meccanismo con cui il servizio sanitario inglese rimborsa i generici: ogni mese il Nhs pubblica la Drug tariff price, che contiene l’elenco degli “off patent” autorizzati dal servizio sanitario e il prezzo al quale ogni equivalente è rimborsato alle farmacie. Tocca poi a queste ultime negoziare con distributori e produttori per strappare condizioni di acquisto inferiori e assicurarsi quindi un utile. Non sempre però le farmacie ci riescono, nel qual caso il servizio sanitario dà loro la possibilità di chiedere una “price concession”, ossia un rimborso in deroga al tariffario (cioè al prezzo effettivamente sostenuto anziché a quello fissato). Come rivela il rapporto del Nao, nel 2017-2018 sono state richieste dalle farmacie 709 price concessions, più del doppio rispetto alle 282 del 2016-2017. Le farmacie, dal canto loro, erano solite richiedere prima del 2017 una media di circa 150 rimborsi in deroga al mese, ma nel novembre scorso le domande sono esplose e hanno superato la quota di settemila.

All’origine, spiega ancora il Nao, ci sarebbero gli anomali incrementi di prezzo di diversi generici. Il rapporto cita il caso della quietapina in compresse da 100mg: fino a pochi mesi fa costava 1,59 sterline, dopo l’ultimo aggiornamento del produttore il prezzo ha raggiunto la spropositata cifra di 113,10 sterline. E così, di quei 315 milioni spesi dal Nhs nel 2017-2018 per i rimborsi in deroga, quasi la metà se li sono portati via dieci generici, colpiti da incrementi di prezzo simili a quelli della quietapina.

Di qui le preoccupazioni del servizio sanitario. Non solo per i suoi bilanci, ma anche per la sostenibilità della rete delle farmacie territoriali (che da due anni già fanno i conti con i tagli al budget messi in campo dal Governo) e la reperibilità dei farmaci. Se il Nhs non rimborsa in deroga, le farmacie non possono permetterseli e se le farmacie non li acquistano i pazienti non possono curarsi.

Ma quali sarebbero le cause del fenomeno? Nel suo rapporto il Nao ne individua almeno tre: innanzitutto la perdita di valore della sterlina (sull’euro) successiva alla Brexit; poi la fuoriuscita dal mercato di alcune aziende prduttrici, che nel caso di alcuni farmaci hanno lasciato i sopravvissuti in una condizione di quasi monopolio; infine, gli aumenti incomprensibili e ingiustificati dei margini dei distributori intermedi su alcune specialità, che hanno finito per alterare l’equilibrio della filiera. Le soluzioni? A luglio, dice il rapporto, entreranno in vigore alcune disposizioni che metteranno nelle mani delle autorità nuovi strumenti di controllo. Andrà a finire che il Nhs rimborserà i generici al prezzo del branded più economico.