eventi

Workshop Finanza 2024 di Cernobbio, per il Mef il Pil crescerà dell’1%

10 Aprile 2024

Nel 2025 il Pil italiano crescerà dell’1% circa, con il debito che dovrebbe restare nettamente sotto il 140%. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, al Workshop Finanza 2024 di Cernobbio, l’evento con cui a cadenza annuale The European House – Ambrosetti scatta una fotografia dello scenario economico e delle tendenze di breve periodo. Il messaggio che arriva dal Governo, in sostanza, è un invito alla fiducia in attesa che venga varato il nuovo Documento di economia e finanza (Def) per il 2025: i conti sono sotto controllo e il Mef raramente sbaglia le sue valutazioni, anche se – ha ammesso Freni – resta l’incognita della spesa legata al Superbonus, che resta al momento inquantificabile ma supererà certamente i 210 miliardi di euro: in sostanza, le agevolazioni costeranno allo Stato più del Pnrr.

Riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, poi, da Cernobbio arriva un bilancio in buona parte positivo: è stata superata la boa di metà percorso e ora si entra nella fase della concretizzazione degli obiettivi, cioè la realizzazione delle opere. Il 2024 sarà quindi un anno decisivo, con 113 target da raggiungere dei quali 9 legati a riforme e 94 a investimenti.

Allo stato attuale, l’Italia rimane al primo posto per dotazione ricevuta – anche a valle della revisione del Piano avvenuta nel 2023 – e si posiziona fra i Paesi con la più alta percentuale di avanzamento, seconda solo alla Francia. Infatti, se ad oggi solo Italia e Portogallo hanno ricevuto la quarta rata, in termini di avanzamento percentuale dei fondi erogati la Francia risulta lo Stato con percentuali raggiunti maggiori.

Ma ci sono anche le ombre: come rivela una survey di The European House – Ambrosetti, il 77% delle imprese ha dichiarato di avere riscontrato difficoltà nella partecipazione ai bandi Pnrr, innanzitutto per la complessità di interpretazione (28% delle difficoltà) e lo scarso dialogo con il soggetto appaltante (23%). La maggior parte delle imprese aveva già lavorato in precedenza con la Pubblica Amministrazione e gli intervistati non hanno evidenziato miglioramenti nella chiarezza delle informazioni fornite, nella riduzione della burocraticità delle procedure e nella riduzione dei tempi di risposta ed elaborazione delle pratiche.