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Influenza, nei Paesi che hanno cominciato prima a vaccinare carenze già gravi

17 Ottobre 2020

In Italia la campagna antinfluenzale è appena partita in qualche Regione, nei Paesi europei che hanno iniziato a vaccinare prima di noi le farmacie lamentano carenze e rotture di stock sempre più consistenti. L’allarme più forte arriva dalla Francia: secondo quanto riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, gli esercizi dalla croce verde sono stati presi d’assalto e molti di loro hanno esaurito nel giro di una settimana la prima fornitura. Esemplifica il caso di Grégory Tempremant, presidente dell’Urps (Unione regionale professionisti della sanità) dell’Hauts-de-France e titolare a Templeuve, che ha fatto fuori in pochi giorni una prima partita di 450 vaccini (un centinaio dei quali somministrati direttamente in farmacia) e ora attende dai distributori una nuova consegna. Che però potrebbe arrivare soltanto tra una decina di giorni. «Vogliamo sapere che cosa dobbiamo dire ai nostri pazienti» dice Tempremant «e vogliamo anche informazioni sull’arrivo delle forniture di Stato». Il governo, in effetti, aveva promesso che avrebbe ordinato una quota aggiuntiva di dosi pari al 30% della disponibilità già pianificata, ma al momento non ci sono notizie di tale fornitura. «Urge anticiparne la distribuzione» sollecita Temprement «ma abbiamo l’impressione che la cinghia di trasmissione tra ministero della Sanità e autorità regionali non funzioni».

Preoccupazioni anche in Germania: un sondaggio condotto nei giorni scorsi dall’associazione titolari della Vestfalia-Nord Reno su 400 farmacie della regione rivela diffuse carenze di vaccini. La domanda da parte degli assistiti, riferisce la gran parte dei farmacisti secondo quanto riporta la rivista Daz.online, è nettamente superiore all’anno scorso e il livello delle scorte è insufficiente.

In particolare, l’85% delle farmacie che hanno preso parte al sondaggio dice di avere ricevuto pre-ordini dai medici di famiglia della regione e di averli coperti. Oltre il 90%, tuttavia, ha già ricevuto nuovi ordini dai curanti ma questo secondo scaglione è al momento in stand by perché produttori e grossisti sono sprovvisti. Il 74% del campione, inoltre, dice di avere pre-ordinato vaccini in confezione monosiringa, cioè per uso privato, in quantitativi maggiori di almeno un quarto rispetto all’anno precedente. E al momento circa il 95% delle farmacie è sprovvisto tanto di confezioni sfuse per l’uso professionale quanto di confezioni monosiringa.

Nel Regno Unito, dove la campagna vaccinale è partita ai primi di settembre, le farmacie hanno cominciato a segnalare carenze e indisponibilità già dall’inizio di questo mese. Boots e Lloydspharmacy hanno temporaneamente sospeso le prenotazioni per la somministrazione dei vaccini nelle loro farmacie, Well Pharmacy riferisce sul proprio sito di non avere scorte sufficienti a soddisfare la massiccia domanda di quest’anno.

E ora, come racconta la rivista Chemist&Druggist, è polemica per l’annuncio diramato nei giorni scorsi dal Dipartimento della salute che spiegava ai medici – e solo a loro – come accedere alle riserve di Stato. Le farmacie, hanno assicurato le autorità sanitarie, riceveranno una «quota prestabilita» di tale stock, ma non sono stati forniti dettagli sui quantitativi e sulla tempistica. Per Claire Anderson, presidente del consiglio di amministrazione della Royal Pharmaceutical Society, è «deludente che i farmacisti non abbiano ancora ricevuto informazioni aggiornate sui vaccini». Il Psnc (il comitato che negozia per le farmacie con il servizio sanitario) ha assicurato che «sta continuando a lavorare con il Dipartimento della salute per fare in modo che anche le farmacie possano accedere alla riserva di stato quando cominceranno le consegne, a novembre».