È una delle farmacie “storiche” di Milano e dal 1937 appartiene alla stessa famiglia di farmacisti, che è ormai arrivata alla quarta generazione. È la Farmacia Diana di piazza Oberdan, alla quale il quotidiano milanese Il Giorno ha dedicato un articolo (con intervista al titolare, Silvio Damioli) con i colori dell’amarcord.

Tanto all’esterno quanto all’interno, infatti, l’esercizio ha mantenuto ambiente e arredi delle farmacie di un tempo, con il grande bancone in fondo, i soffitti alti e i mobili in legno alle pareti. Come racconta Damioli, suo nonno rilevò la farmacia nel 1937 e cambiò il nome in Diana per fare “gioco di sponda” con il cinema e l’albergo accanto. Quindi, nel ’67, è subentrata la madre e nel 1989 è arrivato il suo turno. Oggi, spiega ancora Damioli a Il Giorno, in farmacia ci sono lui, sua moglie e sua figlia, più altre tre farmaciste collaboratrici.

Ma nella Farmacia Diana il rispetto per la tradizione non traspare soltanto dagli arredi. A domanda del giornalista, infatti, Damioli esprime senza mezzi termini la sua preferenza per il farmacista di una volta, che innanzitutto dispensa consigli e dà ascolto ai bisogni. E si contrappone alle società di capitale che oggi comprano farmacie soltanto con l’obiettivo di fare business.

Questo, ovviamente, non significa che la farmacia di piazza Oberdan non abbia tenuto costantemente il passo con l’evoluzione del servizio: oggi, spiega Damioli, l’esercizio offre ai suoi clienti tutte le principali prestazioni della farmacia dei servizi, dalla misurazione della pressione al Cup, dalle vaccinazioni alle analisi. «Ma su tutto» tiene a ribadire il farmacista «c’è il consiglio: il cliente che entra da noi ha un bisogno e nel 70-80% dei casi ci chiede una risposta. Gli altri, invece, sanno già cosa vogliono». E un consiglio Damioli non lo nega neanche ai lettori de Il Giorno: «Vivere serenamente, curarsi con tempestività, prevenire facendo controlli periodici».