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Grillo: contro gli sprechi farmaci sfusi come in Usa. Ma i dati invitano al dubbio

25 Ottobre 2018

E se le farmacie italiane dispensassero i farmaci “all’americana”, cioè in tubetti di pillole sfuse anziché in confezioni blisterate? Pare questo il suggerimento lanciato dal ministro della Salute, Giulia Grillo, dai microfoni della trasmissione I Lunatici di Rai Radio2. Invitata a una riflessione sul tema dell’iperconsumo di prestazioni sanitarie (messo sul tappeto dal leader del M5S Beppe Grillo soltanto un giorno prima, nel suo comizio romano al Circo Massimo), il Ministro ha confermato l’esistenza del problema. «E’ una questione che riguarda sia la sanità pubblica sia quella privata» ha detto a Radio2 la titolare del dicastero della Salute «si tratta di un eccesso di prestazioni che deriva in parte dalla medicina difensiva, a sua volta alimentata dall’altissimo contenzioso legale che coinvolge cittadini e medici». Anche nei farmaci, ha avvertito il Ministro, c’è un eccesso di consumo, «a volte in modo del tutto inappropriato come accade con gli antibiotici». Qui, ha continuato Giulia Grillo, una delle soluzioni potrebbe consistere nella dispensazione «di dosi corrispondenti alla terapia prescritta. Se si compra l’intera scatola che poi rimane mezza piena nell’armadietto del pronto soccorso a casa, è normale che i cittadini decidano di assumerli anche quando non c’è un’indicazione terapeutica».

Il Ministro non ha fornito indicazioni su modelli cui ispirarsi, ma agli addetti ai lavori è subito parso evidente il riferimento agli Stati Uniti, uno dei pochi Paesi del mondo occidentale dove i farmaci vengono dispensati in “bulk”, ossia in forma sfusa. Sulla carta, in effetti, il sistema è conveniente: il farmacista legge il dosaggio riportato sulla ricetta, preleva da un “boccione” le pillole con il principio attivo prescritto, le versa su un vassoio e con un conta-pillole le trasferisce in un apposito contenitore, che consegna al paziente dopo averlo etichettato (negli Usa si chiama “pour and count”, versa e conta). Al malato, in sostanza, arrivano soltanto il numero di dosi che dovrà effettivamente consumare.

Ma la dispensazione “sfusa” è poi così vantaggiosa? Diverse ricerche condotte negli Usa insinuano il dubbio. Perché rispetto alla dispensazione in blister, tale modalità aumenta il rischio di errori e costringe il farmacista a sprecare tempo che potrebbe invece essere rivolto al consiglio o all’aderenza terapeutica. Lo dice uno studio condotto nel 2002 dall’università della Florida e pubblicato dal Journal of American pharmacist association: i ricercatori hanno formato due squadre di farmacisti dispensatori e a entrambe è stato chiesto di spedire 50 ricette nelle due modalità, blister e pour and count. I due team hanno completato il lavoro in una ventina di minuti usando i farmaci confezionati, in 45 minuti con le pillole sfuse. In quest’ultima modalità, poi, i due gruppi hanno commesso quattro errori di dispensazione, nell’altra nessuno.

I risultati della ricerca condotta nel 2002 sono stati riconfermati dieci anni dopo da un altro studio, realizzato da alcuni ricercatori dell’università di Philadelphia attraverso una meta-analisi. In sostanza, gli autori hanno analizzato le indagini presenti in letteratura per isolare i dati che riguardano le due modalità di dispensazione, in bulk e in blister. La conclusione? «Quando si raffrontano tempo, costi, aderenza terapeutica e rischi di contraffazione, la dispensazione tramite confezioni blisterate si rivela più vantaggiosa per il paziente, sotto tutti gli aspetti».

E c’è di più: sino alla fine degli anni ’80 la dispensazione in bulk era pratica diffusa anche nelle farmacie del Regno Unito, poi l’Associazione britannica dei medici (Bma) e l’Ordine dei farmacisti (Royal pharmaceutical society) hanno ottenuto il graduale passaggio alle confezioni prodotte dall’industria, considerate più sicure. Di qui le riflessioni di Paolo Vintani, vicepresidente di Federfarma Milano: «A mio giudizio» spiega a FPress «le parole del Ministro aprono la porta non tanto alla dispensazione sfusa all’americana, quanto piuttosto alla ripartizione in farmacia per dosi unitarie, ossia il frazionamento delle confezioni in pillolieri blisterati. Gli sprechi dovuti a mancanza aderenza si ridurrebbero nettamente e si eviterebbero le derive della modalità bulk. Per le farmacie, si tratterebbe di un importantissimo riconoscimento professionale».