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Metamizolo, Nota informativa Aifa sui rischi di danno epatico

16 Dicembre 2020

Il metamizolo non deve essere «ri-somministrato» nei pazienti che patiscono episodi di danno epatico non ricollegabili ad altre cause. Nel caso insorgano sintomi, dunque, occorre interrompere il trattamento e contattare il medico, perché valuti e monitori la funzionalità epatica. E’ quanto riporta la Nota informativa importante diffusa ieri dall’Aifa riguardo al metamizolo, un derivato del pirazolonico non oppioide con potenti proprietà analgesiche, antipiretiche e deboli proprietà antinfiammatorie.

Il farmaco, riporta l’Agenzia, è indicato dai 3 mesi di età in pazienti che pesano almeno 5 kg per il trattamento di stati dolorosi o febbrili gravi o resistenti. Il metamizolo è registrato in Italia per uso orale e parenterale ed è disponibile nelle formulazioni in gocce orali e soluzione per iniezione.

Nuove informazioni disponibili di recente sul danno epatico, riferisce la Nota, «hanno richiesto una rivalutazione del potenziale ruolo del metamizolo come causa di Dili (danno epatico indotto da farmaci, ndr)». Occorre quindi informare i pazienti «su come riconoscere precocemente i sintomi suggestivi di danno epatico farmaco indotto» e consigliare «di interrompere il trattamento in caso di comparsa di sintomi».

Le informazioni alle sezioni 4.4 (“Avvertenze e precauzioni”) e 4.8 (“Reazioni avverse”) del Riassunto delle caratteristiche del prodotto e del Foglio illustrativo – conclude la Nota – saranno aggiornate di conseguenza.