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Prevenzione dei suicidi, quali attenzioni e cosa fare in farmacia

11 Settembre 2024

Il suicidio è un problema di salute pubblica che nel mondo è all’origine di circa 700mila morti e in Italia di circa 7.500 nel biennio 2020-2021, maschi nel 78,5% dei casi. Lo ricorda l’Istituto superiore di sanità nella nota che ricorda la Giornata mondiale della prevenzione del suicidio, celebrata ieri dall’Oms.

Storicamente, spiega Monica Vichi del Servizio tecnico scientifico di statistica dell’Iss, la mortalità per suicidio cresce con l’aumentare dell’età. Per gli uomini si evidenzia un incremento esponenziale del tasso a partire dai 70-74 anni, soglia anagrafica che coincide o segue di poco l’età al pensionamento: l’uscita dal mondo del lavoro è un evento particolarmente critico, soprattutto per gli uomini, in quanto comporta una riduzione dei ruoli sociali e un conseguente restringimento dell’ampiezza e densità delle reti di relazione. Nelle donne si osserva un lieve incremento nelle fasce di età giovanili. Se si considera il contesto europeo, l’Italia ha una media di 5,9 decessi ogni 100.000 persone, quasi la metà rispetto ai 10,2 della media Europea.

Il tema scelto dall’Oms per il triennio 2024-2026, continua l’Istituto superiore di sanità, è “Cambiare la narrazione sul suicidio”, con una call to action dal titolo “Iniziare la conversazione” che vuole sensibilizzare sull’importanza della conversazione aperta per prevenire il suicidio. «Cambiare la narrazione» scrive l’Oms «significa trasformare quello che percepiamo come un problema complesso, e passare da una cultura del silenzio e dello stigma a una di apertura, comprensione e supporto».

Ma come può la prevenzione del suicidio essere attuata nelle farmacie? L’Associazione Tedesca dei Farmacisti (Abda) ha pubblicato, già alcuni anni fa, un manuale intitolato “Persone suicidarie in farmacia – Riconoscere i segnali di allarme e reagire”, che aiuta il farmacista a gestire le conversazioni in farmacia con persone a rischio di suicidio. Nonostante gli anni, né il tema né la guida hanno perso la loro attualità. È cruciale, dice in particolare la guida, che il personale delle farmacie sia sensibilizzato sui possibili segni che indicano un rischio di suicidio e che siano in grado di riconoscerli. Una comunicazione appropriata e l’offerta di ulteriori aiuti possono salvare vite.

Il rapporto di fiducia che spesso si instaura con i clienti mette il farmacista nelle condizioni di cogliere meglio di altri segnali di allarme o cambiamenti di comportamento e intervenire di conseguenza. La guida della Abda fornisce indicazioni su come riconoscere questi segnali, come condurre una conversazione con le persone a rischio e come reagire in modo adeguato.

Cme dice anche l’Iss, il 70% delle persone che si suicidano sono uomini. Tra le persone più a rischio figurano in particolare anziani e persone che soffrono di disturbi come depressione, psicosi, disordine della personalità o dipendenze. Condizioni di vita particolari, come gravi malattie fisiche, per esempio il cancro, aumentano il rischio di suicidio, così come lo stress eccessivo, le preoccupazioni finanziarie e i conflitti familiari.

I farmacisti, scrive l’Abda, dovrebbero prestare attenzione ai cambiamenti nel comportamento dei clienti abituali, che potrebbero manifestare sintomi come umore depresso o espressioni di disperazione, parlare di testamenti o lettere di addio, o cercare di accumulare farmaci potenzialmente letali. Anche i segnali più espliciti, come le dichiarazioni di intenti suicidari o il dono di oggetti personali, richiedono un’attenzione immediata.

Affrontare questi segnali in farmacia, avverte la guida, richiede sensibilità ma anche un’azione attiva. È importante cercare un dialogo personale, preferibilmente immediato. È importante creare un’atmosfera di fiducia e offrire aiuto senza dare l’impressione che si vuole giudicare. Se il rischio di suicidio appare imminente, è fondamentale agire rapidamente, anche contattando servizi di emergenza o specialisti.