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Tirocini extra-curriculari, le Regioni minacciano una tassa sulle convenzioni

19 Dicembre 2018

Potrebbe scattare una tassa sulle convenzioni per i tirocini extra-curriculari che i datori di lavoro devono sottoscrivere con i servizi regionali per l’impiego quando vogliono ricorrere a questo strumento formativo. L’anticipazione arriva dal blog di attualità economica Phastidio.net, che cita fonti della Tecnostruttura delle Regioni per il Fondo sociale europeo. Secondo gli esperti regionali, in sintesi, le convenzioni per i tirocini di cui all’accordo Stato-Regioni del maggio 2017 sarebbero soggette a un’imposta di bollo a carico dell’ospitante (ossia di colui che accoglie il tirocinante) perché si tratta di «scritture private contenenti convenzioni o dichiarazioni anche unilaterali, con le quali si creano, si modificano, si estinguono, si accertano o si documentano rapporti giuridici».

Secondo il blog, le Regioni si appresterebbero a diramare già dai prossimi giorni una serie di circolari dirette a chiarire la questione e sancire «l’assoggettamento delle convenzioni al nuovo onere fiscale». Per l’autore dell’articolo, tuttavia, la tesi della Tecnostruttura non solo è priva di ogni legittimità («la convenzione non “crea”, né “modifica”, né “estingue” alcun rapporto giuridico, ma si limita a regolare profili attinenti il tirocinio») ma per di più innesca ricadute paradossali: «Qual è il senso di tassare un rapporto che può rappresentare l’anticamera del lavoro? E qual è il senso di gravare i Centri per l’impiego di un’attività di verifica circa l’assolvimento dell’obbligo del bollo, alla cui mancanza potrebbe anche conseguire la sospensione del tirocinio stesso e, quindi, del percorso di avvio al lavoro?».

Gli interrogativi coinvolgono anche una parte delle farmacie del territorio: è vero che l’Accordo Stato-Regioni del 2017 ha sancito l’esclusione dai tirocini extra-curriculari «dei professionisti abilitati o qualificati all’esercizio di professioni regolamentate», ma è anche vero che non tutte le Regioni hanno recepito quell’intesa e che tra chi l’ha fatto non tutte hanno recepito il giro di vite sulle professioni. Risultato, in alcune zone d’Italia i tirocini post-laurea continuano a essere praticati anche nelle farmacie, che ora dovranno sottostare al pagamento dell’imposta di bollo. Forse, a lungo andare, sarà questa tassa a scoraggiare definitivamente la pratica in ambito professionale.