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Gianfrate: la nuova governance? Improntata tutta al risparmio

12 Dicembre 2018

La nuova governance del farmaco disegnata dal documento che Aifa e dicastero della Salute hanno presentato l’altro ieri? Interamente improntata al risparmio, senza però incidere sulla qualità delle cure. E’ il giudizio di Fabrizio Gianfrate, farmacoecomista e docente di economia sanitaria, al quale FPress ha chiesto di radiografare le proposte elaborate dal tavolo tecnico del ministro Grillo

Professore, ha letto il documento sulla nuova governance del farmaco? Che ne pensa?
Certo che l’ho letto. E dico che dietro c’è un disegno forte, coerente e preciso, ispirato nell’insieme al concetto di equivalenza terapeutica.

Sta parlando delle gare regionali che mettono in concorrenza tra loro principi attivi differenti…
Non solo. C’è un passaggio in quel documento che forse non ha ricevuto l’attenzione che meritava. Mi riferisco al paragrafo in cui il tavolo degli esperti ricorda che le norme vigenti consentono di applicare il meccanismo del prezzo di riferimento «a tutti i medicinali in commercio, a prescindere se siano o meno coperti da brevetto».

Quindi?
Il mio sospetto è che tra le righe ci sia l’indicazione all’Aifa di utilizzare il criterio dell’equivalenza terapeutica anche nel prossimo riordino del Prontuario: farmaci basati su molecole diverse ma destinati agli stessi trattamenti devono avere lo stesso prezzo, a meno che non sussistano vantaggi terapeutici evidenti.

Il ministro Grillo aveva detto alla stampa che stimava di ricavare dalla nuova governance due miliardi di euro soltanto sulla spesa farmaceutica convenzionata. Sembrava un’esagerazione ma…
Se l’Aifa riordinerà il Prontuario sulla base dell’equivalenza terapeutica, l’obiettivo è a portata di mano. Stiamo parlando di allineare tra loro i prezzi di farmaci con e senza brevetto.

Si rischia la sollevazione di medici e società scientifiche. Basterebbe ricordare la reazione dei reumatologi della Sir alla recente gara interregionale su un biosimilare…
Sarà interessante vedere che accadrà. Intanto però vale la pena riflettere su un altro passaggio del documento sulla governance.

Quale?
Quello che propone due modifiche all’assetto organizzativo dell’Aifa: l’ingresso di un rappresentante del Mef nel cda dell’Agenzia e l’integrazione – per non dire la fusione – tra Commissione tecnico-scientifica e Comitato prezzi. Ognuno faccia le sue valutazioni, io leggo le due proposte come un tentativo di impostare il governo del farmaco su indirizzi prioritariamente economici.

Sembra il suggello di quell’alleanza tra ministero della Salute e Regioni che già si era profilata nei mesi passati…
Mi limito a ricordare la richiesta che Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia avanzarono nelle pre-intese sulle autonomie differenziate sottoscritte con il governo Gentiloni poco prima delle elezioni: vogliamo essere messe nelle condizioni di poter «adottare decisioni basate sull’equivalenza terapeutica tra medicinali con principi attivi differenti».

Oltre ai medici, anche l’industria probabilmente non gradirà…
Non del tutto. Il riordino del Prontuario in base all’equivalenza terapeutica sposterà quote di mercato, dunque ci saranno aziende che perderanno e altre che guadagneranno, verosimilmente tra i genericisti in particolare. Più che altro, la considerazione da fare sarebbe un’altra.

E cioè?
Anche gli ultimi dati dell’Ocse dicono che l’Italia spende per i farmaci molto meno dei suoi vicini. Io, prima di varare una nuova governance, avrei alzato lo stanziamento per la spesa farmaceutica.