attualita

Sulle gare regionali Grillo apre a Saitta. All’orizzonte rischi di boom della diretta

9 Giugno 2018

Capita: si guarda tutti in una direzione convinti che il pericolo arriverà da quella parte e poi si scopre che la vera minaccia giungerà dalle spalle. E’ quanto potrebbe accadere alle farmacie a leggere l’improvvisa unità d’intenti scoppiata ieri tra il neoministro della Salute, Giulia Grillo, e il coordinatore degli assessori alla Sanità delle Regioni, il piemontese Antonio Saitta. Una convergenza che ha per punto d’incontro la recentissima sentenza con cui il Tribunale di Torino ha legittimato le Regioni ad abbassare i prezzi di acquisto anche dopo l’aggiudicazione delle gare centralizzate, quando sul mercato arriva un prodotto più economico. Ed ecco che qualcuno ha cominciato a capire: il polverone sollevato nei giorni scorsi da parafarmacie e Altroconsumo sulla fascia C hanno fatto temere a molti titolari che una Sanità a trazione M5S avrebbe potuto forse riaprire la partita delle liberalizzazioni; ci si è invece dimenticati che uno dei cavalli di battaglia più spesso cavalcati dai Cinquestelle in questi anni è l’intensificazione della distribuzione diretta. I titolari dell’Emilia Romagna, per esempio, non si saranno dimenticati della polemica aperta nel settembre scorso da un’interrogazione dei Pentastellati in Consiglio regionale, che imputava all’accordo per la dpc tra Federfarma e Assessorato l’aumento della spesa farmaceutica pubblica e chiedeva di ripristinare i massimi livelli di diretta praticati prima dell’intesa. E i farmacisti liguri non avranno scordato i ripetuti interventi dei Cinquestelle a favore della diretta imperiese, superata l’anno scorso grazie a un faticoso accordo per la dpc con la Regione.

Rilette alla luce di tali precedenti, le parole espresse ieri dal Ministro sulla sentenza di Torino e sui successivi commenti di Saitta acquistano una luce non proprio rassicurante. «Ho letto con interesse le dichiarazioni del coordinatore della Commissione salute» ha scritto Grillo su Facebook «sono parole che vanno nella direzione di lavorare d’intesa con le Regioni per implementare modelli organizzativi più efficaci rispetto a quanto avviene attualmente». Per efficacia, è evidente, il Ministro si riferisce ai risparmi, che consentirebbero di reperire risorse con cui intervenire sulle priorità individuate dal dicastero. E per modelli organizzativi si intendono le gare centralizzate di acquisto, sulle quali – guarda caso – pochi giorni fa l’Aifa ha emanato una determina che ripristina l’equivalenza terapeutica.

Le Regioni, dal canto loro, di proposte che potrebbero suscitare l’interesse di questo Ministro ne hanno in abbondanza. E le farmacie le conoscono bene: nell’Atto d’indirizzo per il rinnovo della convenzione, i governatori hanno messo nero su bianco la richiesta di estendere le modalità della dpc (acquisto centralizzato, distribuzione in farmacia con un fee a pezzo) anche a una parte dei farmaci della convenzionata. E la stessa proposta torna anche nel patto per l’autonomia che la Regione Emilia-Romagna ha firmato a febbraio con il governo Gentiloni (patto che il neoministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, ha detto nei giorni scorsi di voler attuare rapidamente).

Fino a oggi progetti di questo genere non erano mai riusciti a trovare orecchie disposte ad ascoltare né al ministero della Salute né allo Sviluppo economico, dove anzi la preoccupazione era quella di elaborare politiche del farmaco che coniugassero sostenibilità della spesa e crescita economica. Oggi, cambiati i titolari dei dicasteri, ci sono altre orecchie e dunque potrebbero esserci altre sensibilità. Nel caso, per le farmacie non tirerebbe aria buona.