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40 anni di Ssn: a Firenze convegno con gli ex-ministri della Sanità

28 Novembre 2018

I principi di universalità e solidarietà dai quali 40 anni fa è nato il Servizio sanitario nazionale rimangono quanto mai attuali e sono perfettamente compatibili con i problemi di sostenibilità che il sistema sta oggi affrontando. E’ il messaggio che arriva dal convegno che nella cornice del Forum Risk Management, al via da ieri a Firenze, ha ripercorso la storia del Ssn con le testimonianze di sei ex ministri della Sanità: Francesco De Lorenzo, Rosi Bindi, Girolamo Sirchia, Livia Turco, Renato Balduzzi e Maurizio Sacconi. «La 833/1978 che ha “de-mutualizzato” il sistema sanitario è stata una grande legge» ha ricordato De Lorenzo «anzi è una delle più importanti riforme dell’Italia liberale. Il diritto universale alle cure sancito da quella legge, tuttavia, è stato oggi cancellato dal federalismo, perché non è più garantito il diritto di tutti i cittadini ad avere accesso velocemente agli stessi trattamenti terapeutici, ovunque risiedano».

La causa, ha detto Livia Turco, va cercata nella spesa sanitaria. «Noi abbiamo messo al centro il rifinanziamento del Ssn, se oggi è aumentata la diseguaglianza è perché sono calati i finanziamenti». Per Girolamo Sirchia, in ogni caso, il bilancio dopo 40 anni rimane positivo. «Il Ssn ha mantenuto saldi i suoi principi costitutivi, anche se oggi è opportuno prendere in considerazione qualche correttivo. Vanno rivisti i Lea, ma soprattutto occorre fare molto di più in prevenzione, cioè intervenire sugli stili di vita e sulle cattive abitudini indotte da pubblicità e iper-consumismo».

Anche per Sacconi la sfida di oggi è quella di avere il coraggio di smontare e rimontare il Ssn per aggiornarlo e ammodernarlo. «I principi che ne ispirarono la nascita rimangono un faro anche per il futuro» ha spiegato «però la macchina ha problemi che possono essere superati soltanto se si disfa e ricostruisce. Gli ospedali non servono per la presa in carico della cronicità e fu durante il mio mandato che si cominciarono a chiudere gli ospedali inutili». Sarebbe però un errore, ha osservato nel suo intervento Rosy Bindi, individuare nell’universalismo delle cure la causa dei problemi di sostenibilità che gravano oggi sul Ssn. «In realtà solo i sistemi universalistici sono davvero sostenibili dal punto di vista finanziario» è invece il principio da affermare «perché se governati costano meno di tutti gli altri. E in un sistema regionalista come il nostro, per ben governare serve un centro forte». D’accordo Renato Balduzzi, ministro della Salute nel governo Monti. «La sanità è sostenibile se governata e questo dovrebbe essere il motto di tutti i ministri. La 833 è stata una legge culturalmente forte ma ha generato un sistema che fa fatica a governare la spesa».

«E’ stato un dibattito estremamente interessante» commenta a FPress Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia «è parsa opinione unanime che il Ssn regionalista abbia bisogno di un centro di gravità solido per evitare lo sfaldamento dei principi che lo informano, ho apprezzato le parole di Sacconi che ha ribadito la validità dei principi fondanti del Ssn e ha sostenuto la necessità di investire sul territorio».