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Cronicità, anche l’industria cerca il suo spazio nella riforma lombarda

19 Febbraio 2019

C’è anche l’industria del farmaco tra i soggetti che aspirano a stringere accordi con i gestori ai quali la riforma sanitaria lombarda affida la presa in carico dei malati cronici. E’ una delle evidenze che emergono dal convegno organizzato ieri a Milano da Focus Management per discutere del ruolo della filiera farmaceutica nel sostegno al paziente cronico e fragile. Un ruolo, ha ricordato nel suo intervento Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, che per le farmacie è già stato scritto, perché la Regione è una delle poche ad aver previsto espressamente la partecipazione degli esercizi farmaceutici nel Piano regionale per la cronicità. «La stampa in farmacia del promemoria» ha ricordato Racca «rappresenta uno dei fronti di intervento, perché snellisce incombenze e percorsi del paziente cronico. Ma vanno citate anche le delibere regionali che riservano espressamente la distribuzione del farmaco alle farmacie, affidano loro farmacovigilanza e monitoraggio dell’aderenza terapeutica e infine riconoscono ai piccoli esercizi il ruolo di micro-erogatori».

Sulla stessa linea l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, che ha passato in rassegna meriti e pregi della riforma lombarda: è una scommessa che esprime la volontà della Regione di mettersi continuamente alla prova, ha detto Gallera, per offrire ai suoi malati una sanità semplificata ed efficiente, grazie anche al contributo delle farmacie. «Il piano regionale per le cronicità» ha aggiunto Marco Alparone, consigliere regionale di Forza Italia e farmacista titolare a Paderno Dugnano, in provincia di Milano «rappresenta senz’altro una grande occasione per mettere al servizio della collettività il bagaglio professionale dei farmacisti del territorio, coloro cioè che conoscono davvero il paziente cronico».

Nel modello lombardo cercano ora spazio anche le aziende farmaceutiche, grazie al veicolo chiamato Psp. «I Psp sono aziende che lavorano sull’aderenza terapeutica dei pazienti grazie a team formati da medici specialisti, infermieri e farmacisti» ha spiegato Erika Mallarini, di Focus Management «e seguono i pazienti a più alta intensità di cura, per esempio i malati oncologici». L’aspirazione, in sostanza, è che non solo le farmacie ma anche i Psp trovino un ruolo nei percorsi diagnostico-terapeutici codificati dai Pai, i Piani di assistenza individuale che i gestori sottoscrivono con il cronico per la sua presa in carico.