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Campagna vaccinale, si punta a 300mila vaccinazioni al giorno

9 Marzo 2021

Ritardi nelle forniture dei vaccini e morbilità delle varianti di Sars-Cov-2 l’hanno fatto dimenticare ai più, ma ormai mancano soltanto una ventina di giorni alla fine del mese, data che a gennaio la Ue aveva fissato come scadenza entro la quale tutti gli Stati membri avrebbero dovuto vaccinare almeno l’80% della popolazione ultra80enne e degli operatori sanitari. L’Italia continua a lavorare per imprimere una netta accelerazione alla propria campagna vaccinale (l’obiettivo è di arrivare ad almeno 300mila somministrazioni al giorno) ma è difficile capire se l’obiettivo sarà raggiunto per tempo. A parte l’incognita delle forniture (ma pare che dall’inizio di aprile le consegne torneranno alla normalità) sono i numeri a lasciare dubbiosi: gli over 80 da vaccinare sono complessivamente 4,4 milioni circa in tutto il Paese, a ieri – dati Aifa – quelli che hanno ricevuto almeno una dose sono 1,1 milioni. Tenuto conto che in buona parte delle Regioni si è cominciato a vaccinare dalla metà di febbraio, per centrare l’obiettivo servirà uno scatto non indifferente.

A tal fine, è il piano del Governo, si incrementeranno tanto il personale che vaccina (medici e infermieri della Protezione civile, dell’Esercito, delle associazioni di volontariato e, con l’arrivo del vaccino Janssen, anche i farmacisti) quanto i centri vaccinali: più di 200 nuclei vaccinali mobili per raggiungere i centri più remoti (ora ne sono in servizio 140 circa), conversione degli hub da campo dell’Esercito che attualmente erogano i tamponi, protocolli con Confindustria ed enti pubblici per vaccinare nelle aziende, negli ambulatori pubblici e in tutti i luoghi che per dimensioni consentono di “macinare” grandi numeri.

Resta invece in sospeso la scelta se imitare o meno il modello vaccinale inglese, i cui numeri comunque continuano a destare attenzione: la decisione di dare la priorità alla somministrazione della prima dose sulla seconda ha fatto sì che a oggi nel Regno Unito hanno ricevuto almeno una dose più di 21 milioni di cittadini (il 32,7% della popolazione), con medie a regime tra le 300 e le 400mila inoculazioni al giorno. L’Italia invece conta 5,6 milioni di assistiti con almeno una somministrazione, ossia il 6,2% del totale.

In Gran Bretagna, in particolare, ha ormai ricevuto la prima dose il 78% dei 65-69enni, ma la differenza d’impostazione strategica tra Londra e Roma si avverte nel numero dei vaccinati con entrambe le dosi: in Italia sono quasi 1,7 milioni, nel Regno Unito sono 1,1 milioni. I dati però sembrano dare ragione alla scelta inglese: anche con una copertura vaccinale in gran parte “a metà”, il tasso di mortalità tra gli over 65 è crollato del 59% tra gennaio e febbraio, quello degli under 65 del 52%. In netto calo, riferiscono i dati, anche le ospedalizzazioni per covid.