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Vendita sfusa non convince i mmg. E i farmacisti elvetici: fee inadeguato

30 Marzo 2023

La vendita in forma sfusa non risolve il problema delle carenze negli approvvigionamenti di farmaci. Sono le paroel con cui Pierluigi Bartoletti, vicesegretario nazionale vicario della Fimmg, commenta all’Adnkronos Salute la recente decisione delle autorità svizzere di raccomandare a medici e farmacie prescrizione e dispensazione dei farmaci in dosi unitarie. Piuttosto, osserva Bartoletti, «bisognerebbe fare in modo che le farmacie che hanno scorte fossero messe in contatto con i medici di famiglia. Ma è difficile riuscirsi per questioni di software e per una valanga di norme burocratiche».

La vendita sfusa è stata disposta (in via provvisoria, fino a stabilizzazione delle forniture) dalla Task force voluta dalle autorità elvetiche per monitorare indisponibilità e rotture di stock nella Confederazione: si applica solo ai medicinali soggetti a forte irreperibilità (elencati in una lista specifica) e soltanto se la confezione in commercio dalla posologia più contenuta è già abbondante. Dalla vendita sfusa, inoltre, sono esluce le forme liquide, le pastiglie effervescenti e le compresse o capsule in contenitori multidose. In caso di confezione in blister, se ne può consegnare uno alla volta ma non è possibile frazionare ulteriormente. In ogni caso, al paziente andranno assicurate tutte le informazioni necessarie per l’assunzione, compreso il foglietto illustrativo.

È evidente che la misura comporta un onere burocratico non indifferente per i farmacisti, che non sono contenti della remunerazione aggiuntiva fissata dalle autorità elvetiche: cinque franchi a dispensazione sfusa (poco più di cinque euro) non bastano a coprire il lavoro aggiuntivo , dato che oltre allo sconfezionamento e al conteggio delle unità da dispensare c’è il riconfezionamento in una nuova scatola e l’apposizione delle etichette con cui assicurarne la tracciatura.