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Comirnaty, Bourla (Pfizer): al lavoro su formulazione che semplificherà logistica

20 Aprile 2021

Pfizer starebbe lavorando a una nuova formulazione del suo vaccino Comirnaty che ne consentirà la conservazione fino a 4-6 mesi a temperature convenzionali anziché agli attuali -70/80°C. Lo ha annunciato l’amministratore delegato del gruppo statunitense Albert Bourla, che in un’intervista al periodico francese Les Échos prevede per l’Europa un ritorno alla normalità dal prossimo autunno, sulla base dell’esperienza israeliana.

La notizia riguardo alle condizioni di trasporto e stoccaggio di Comirnaty interessa da vicino le farmacie italiane, soprattutto se oggi dall’Ema dovessero arrivare raccomandazioni limitative sull’impiego del vaccino Johnson&Johnson (un parere è atteso nella giornata). Come noto, i piani prevedevano che ai farmacisti del territorio abilitati alla vaccinazione fosse distribuito il prodotto di J&J, più agevole da distribuire e conservare, per la somministrazione alle fasce senza fragilità o cronicità.

Nei giorni scorsi il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo, aveva espresso la disponibilità delle farmacie italiane a vaccinare anche con Pfizer-BioNTech o con Moderna, ma un’eventuale riformulazione di Comirnaty che superasse le criticità logistiche risolverebbe d’un colpo tutti i problemi.

Resta aperta la questione dei richiami: Regno Unito e altri Paesi hanno deciso di distanziare prima e seconda dose di 12 settimane, quando gli studi clinici hanno considerato intervalli di non oltre 21-28 giorni e Pfizer consiglia di attenersi a tale indicazione. La Francia l’ha fatto fino alla settimana scorsa, quindi è stata adottata la raccomandazione di far passare 42 giorni tra le due somministrazioni.

Intanto ieri l’azienda americana ha annunciato che nel corso dell’anno l’Europa riceverà altre 100 milioni di dosi di vaccino in aggiunta a quelle già pianificate, grazie alla decisione della Commissione Ue di attivare l’opzione di acquisto contemplata dal contratto del febbraio scorso. Per l’Italia l’integrazione dovrebbe comportare una fornitura aggiuntiva di circa 13 milioni di dosi.