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Donini (Regioni): servono quest’anno altri 4,6 miliardi al Ssn

24 Maggio 2022

Alla Sanità quest’anno mancano 4 miliardi di finanziamento, che servono a garantire la sostenibilità della programmazione sanitaria e in particolare il fabbisogno di personale, dipendente e convenzionato. Lo ha detto l’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, Raffaele Donini, che coordina la commissione Salute della Conferenza delle Regioni. La copertura degli interventi per la gestione della pandemia e per i costi aggiuntivi che si sono concretizzati, ha spiegato Donini, serve un ulteriore finanziamento di almeno 4 miliardi.

«Già nel 2021» ricorda l’Assessore «erano emerse problematiche riguardo a un finanziamento nettamente inferiore alle spese sostenute da Regioni e Province autonome per le misure di contrasto alla pandemia e in particolare per la campagna vaccinale (3,8 miliardi, ndr)». Regioni e Province autonome hanno garantito attingendo a risorse straordinarie, ma questo, ha avvertito Donini, «non potrà essere ripetuto negli esercizi successivi» a meno di non sottrarle ad altre attività a garanzia dei Livelli essenziali di assistenza.

Di qui, dunque, la richiesta di un «livello di finanziamento aggiuntivo», dato che i fondi assegnati al Ssn per quest’anno «non sono adeguati alla sostenibilità della programmazione sanitaria». Il gruppo di lavoro costituito dalle commissioni Salute e Affari finanziari delle Regioni, ha continuato Donini, «ha quantificato in 4,6 miliardi lo scostamento tra l’attuale livello di finanziamento e i costi stimati che riguardano la gestione emergenziale per l’anno 2022». Una valutazione, ha sottolineato l’Assessore, che ancora non considera i «maggiori costi energetici, inflattivi e contrattuali». E «gli oneri necessari a riportare l’attività sanitaria in una fase ordinaria».

Donini poi mette su tavolo anche le richieste delle Regioni per attenuare la carenza di medici nel Servizio sanitario: stop al numero chiuso nelle facoltà di medicina e più borse di studio per gli studenti, in modo da coprire le “falle” aperte dai pensionamenti soprattutto tra i medici di base. «Sapevamo che dopo due anni e mezzo di pandemia, con un dispendio enorme di risorse finanziarie e umane a carico delle Regioni ed almeno 15 anni di programmazione insufficiente e tagli da parte dello Stato, avremmo affrontato criticità importanti riguardo alla dotazione organica del personale». Chi vuol far credere che dopo covid tutto possa tornare alla normalità in poche settimane, conclude Donini, «inganna gli italiani».