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Farmaci orfani, l’Aifa esclude ricadute dalle nuove regole sul payback

18 Gennaio 2019

«La Legge di Bilancio non incide in alcun modo sulle garanzie di cura assicurate a tutti i pazienti, inclusi quelli affetti da malattie rare». E’ quanto scrive l’Aifa nel report con cui l’Agenzia è intervenuta ieri nella polemica aperta qualche giorno fa dall’Osservatorio malattie rare: la Manovra finanziaria, aveva detto l’Osservatorio, ha cancellato la norma che esclude i farmaci orfani dal cosiddetto payback (il ripiano degli sfondamenti di spesa a carico delle aziende produttrici) con ricadute venture negative per la ricerca e i malati. All’accusa aveva risposto a stretto giro di posta il ministro della Salute, Giulia Grillo, negando effetti boomerang. Ora interviene di rincalzo l’Aifa, che nel suo report spiega meccanismi e motivazioni dei provvedimenti in mteria di payback.

«Nel modificare le modalità di ripiano dello sfondamento del tetto della spesa farmaceutica per gli acquisti diretti da parte delle strutture del Ssn» scrive l’Agenzia «la Legge si è posta l’obiettivo di riprogrammare il calcolo del payback rafforzando i criteri di equità, semplificazione e trasparenza». In particolare, la norma dispone che la distribuzione del ripiano, attraverso regole semplificate, sia ripartita su tutte le aziende farmaceutiche che concorrono alla spesa degli acquisti diretti, sulla base delle quote di mercato. In precedenza, invece, «le eccedenze di spesa generate dai farmaci orfani e dai farmaci innovativi venivano ripianate da tutte le altre aziende. Considerata l’incertezza nella previsione di tali eccedenze, si generavano potenziali distorsioni in termini di programmazione per le aziende stesse».

La Legge di Bilancio, inoltre, «elimina l’anomalia generata dalla presenza di due liste per i medicinali orfani, quella europea e quella italiana. I medicinali non presenti nella cosiddetta Lista Ue dei farmaci orfani non saranno più considerati tali in Italia. Questo processo di semplificazione consente una maggiore trasparenza eliminando la sperequazione secondo cui un medicinale non presente nella Lista Ue, perché privo di requisiti o per scelta strategica dei titolari dei farmaci, ma considerato orfano in Italia, beneficiava nel nostro Paese del vantaggio economico di essere escluso dal ripiano dell’eccedenza di spesa generata».