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Google, l’algoritmo preoccupa anche l’Aifa: già inviata nota a LegitScript

26 Ottobre 2018

Ora preoccupano anche l’Aifa le imperfezioni del nuovo algoritmo di Google, il più famoso e consultato motore di ricerca del web. Gli algoritmi sono una sorta di filtro che ordina e classifica i risultati delle ricerche e l’ultima versione messa in campo dall’azienda californiana sembra fare le bizze: chi fa una ricerca con le parole chiave “farmacia online” o “farmaci on line”, si vede restituire il più delle volte risultati che ai primi posti vedono siti di “web-pharmacies” illegali piuttosto che portali di farmacie regolarmente autorizzate. Di questa disfunzione si sono accorti in breve tempo diversi esperti di informatica e la farmacista Maria Carrano, curatrice di Salutarmente.it, sito di consigli e informazioni sulla salute: «Di fatto» riferisce Carrano in un comunicato diffuso nei giorni scorsi «il nuovo algoritmo ha danneggiato la qualità dei risultati che si ottengono quando si cerca una farmacia online».

Da ieri, poi, tra coloro che cercano di capire dove abbia sbagliato Google c’è anche l’Aifa. «E’ vero» conferma a FPress Domenico Di Giorgio, direttore dell’Ufficio qualità dell’Agenzia «nei giorni scorsi abbiamo fatto alcune verifiche e in effetti il problema c’è. E’ come se dopo tanti progressi nel contrasto alel farmacie illegali, fossimo tornati indietro di diversi anni». Di Giorgio fa riferimento alla collaborazione che da un quinquennio circa Google ha allacciato con LegitScript, l’osservatorio che vigila sulle farmacie online, per contrastare e chiudere le cosiddette “rogue pharmacies”, ossia i siti illegali di e-commerce farmaceutico. Una collaborazione, ricorda il dirigente dell’Aifa, che l’azienda californiana avviò dopo aver pagato nel 2011 una sanzione di 500 milioni di dollari per aver violato le norme sulla pubblicità di farmacie operanti al di fuori degli Usa.

Per fare chiarezza su questo nuovo caso, l’Aifa si appoggerà a LegitScript: «Abbiamo già inviato una segnalazione all’osservatorio perché verifichi e analizzi il comportamento del motore di ricerca» continua Di Giorgio «nel caso in cui il problema fosse confermato, sarà LegitScript a contattare Google e valutare con l’azienda le soluzioni più opportune».