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I medici ospedalieri: nei pronto soccorso mancano protezioni e accessi dedicati

25 Febbraio 2020

Non è ammissibile che negli ospedali manchino dispositivi di protezione per esaurimento delle scorte o nei pronto soccorso non siano stati organizzati spazi «distinti e separati» dove accogliere i casi sospetti di infezione da coronavirus. E’ quanto denuncia in una nota l’Anaao-Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri, mentre nelle stesse ore il presidente del Consiglio Giuseppe Conte accusava l’ospedale di Codogno di non aver applicato al “paziente 1” i protocolli previsti per il contenimento dell’infezione.

«Occorre strutturare un triage pre-ospedaliero» prosegue Anaao-Assomed «che contrasti il fenomeno di accesso spontaneo da parte di pazienti con sintomi respiratori, per prevenire l’ovvio pericolo di diffusione del contagio in ambienti sovraffollati. Un solo malato ha fatto chiudere un ospedale e ha contagiato cinque tra medici ed infermieri». Per questo motivo, avverte il sindacato, «Regioni e aziende sanitarie non pensino di scaricare sulle spalle dei soli medici ospedalieri il peso di una organizzazione emergenziale alla quale devono partecipare tutti i settori della medicina pubblica. E comincino con l’assicurare una comunicazione tempestiva e puntuale, anche sul cronoprogramma organizzativo, a tutti i soggetti coinvolti, i quali non possono essere lasciati senza indicazioni ufficiali, anche sulla quarantena fiduciaria, o segregati senza generi di prima necessità».