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Influenza, 5 milioni a letto nella prossima stagione. E l’Aifa autorizza i vaccini

27 Settembre 2018

La prossima stagione influenzale? Forse non sarà intensa quanto l’ultima, nella quale si sono contati più di 8,6 milioni di casi, ma dovrebbe comunque mettere a letto 5 milioni di connazionali. E’ la previsione che arriva dalla conferenza stampa con cui ieri, a Milano, Assosalute ha presentato i numeri dell’indagine condotta da Human Highway per indagare i comportamenti degli italiani in vista della prossima stagione influenzale. «Nell’emisfero australe» ha detto Fabrizio Pregliasco, ricercatore del dipartimento di Scienze biomediche dell’università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi «la stagione sta scorrendo con bassi livelli di diffusione e una prevalenza del virus AH1N1. Rimane però un’incognita l’eventuale contributo del virus B, che potrebbe appesantire le previsioni». La cautela del virologo è legato alle esperienze più recenti: «Anche un anno fa ci aspettavamo una stagione influenzale di media intensità, invece è stata una delle più pesanti degli ultimi anni. Molto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo, sicuramente avremo un maggior numero di casi».

Come cercheranno di proteggersi gli italiani? Secondo la ricerca di Human Highway, in molti modi: Il 55,1% farà attenzione a coprirsi, il 50,8% eviterà sbalzi di temperatura, il 40,8% si laverà spesso le mani, il 27% seguirà un’alimentazione ricca di vitamine. Ricorrerà invece al vaccino il 14% della popolazione, un valore che ripete quello rilevato l’anno scorso. E se raffreddore o influenza dovessero comunque arrivare, il 58,5% farà ricorso ai farmaci di automedicazione, il 38,7% ai cosiddetti “rimedi della nonna” come brodo caldo, tè e tisane, spremute, vino cotto o latte e miele. Poco più un italiano su cinque, invece, dice che farà subito ricorso agli antibiotici, una percentuale che cala di due punti rispetto alla stessa indagine di un anno ma comunque elevata. «Il vaccino» commenta Pregliasco «è un salvavita per le persone fragili, ovvero gli anziani sopra i 65 anni e i malati cronici. Ma può anche contribuire a ridurre le assenze per malattia da scuola o lavoro, o ancora ridurre il rischio di contagio nei confronti dei componenti più fragili della famiglia». I farmaci di automedicazione, invece, rimangono «il pilastro principale nel trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali. Servono ad attenuare i sintomi senza azzerarli e se le cose non migliorano dopo 4-5 giorni si va dal medico».

Intanto, è stata pubblicata l’altro ieri in Gazzetta ufficiale la Determina dell’Aifa che aggiorna la composizione dei vaccini influenzali per la stagione 2018-2019 e autorizza i vaccini approvati secondo la procedura centralizzata dall’Ema. «Per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia» recita una nota dell’Agenzia del farmaco «il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è quello autunnale, a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre, salvo specifiche indicazioni che saranno fornite, se necessario, nel caso di eventi legati ai vaccini o all’andamento epidemiologico stagionale».