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Magrini (Aifa): 6-7 i vaccini covid allo studio, sui tre di testa dati a fine anno

29 Ottobre 2020

 

I vaccini contro il covid in fase avanzata di sviluppo clinico sono 6-7. Sui tre dello scaglione di testa, i primi dati dovrebbero essere disponibili tra fine anno e inizi del prossimo. «Si lavora con tempi straordinariamente accelerati, ma non possiamo saltare passaggi fondamentali come la verifica della sicurezza e dell’efficacia». Sono le parole con cui il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, ha fatto ieri il punto a 24 Mattino (la trasmissione di Radio 24) su farmaci e vaccini attualmente sotto studio.

«Quando il vaccino sarà disponibile» ha detto «ci attenderà una grande sfida organizzativa, perché i vaccini andranno collocati e somministrati anche a una popolazione che solitamente non siamo soliti vaccinare e cioè la popolazione adulta, che in Italia è costituita da 40 milioni di persone». Quanto alle terapie con cui attualmente si sta curando covid, «non seguiamo un approccio unico, dipende dalle fasi e dalla gravità della malattia».

Nella fase domiciliare dell’infezione, ha spiegato in particolare Magrini, «la cosa migliore è vigilare: non assumere farmaci, trattare solo i sintomi febbrili (se la temperatura supera i 38°/38,5°). Per i pazienti ospedalizzati, invece, lo standard continua a essere rappresentato – oltre che dalla somministrazione di ossigeno, uno degli approcci-cardine della terapia – da cortisone ed eparina, che rappresentano oggi il nuovo orientamento di cura per tutti i casi più gravi».

Quanto alle altre terapie, «Il remdesivir è in fase di riposizionamento: in alcuni studi l’efficacia è risultata minore del previsto e dovrebbe essere somministrato principalmente in associazione al cortisone; sull’idrossiclorochina i dati sono molto deludenti e attualmente non è più un’opzione terapeutica. Quanto al plasma iperimmune, i risultati di alcuni studi e i dati provenienti dagli Usa non sono convincenti. In Italia è in corso uno studio randomizzato che attualmente è nella fase dell’arruolamento: se aumenteranno i centri aderenti, potrà darci dati utili entro i prossimi 2-3 mesi. Attendiamo risposte anche dagli studi sugli anticorpi monoclonali, che sono un grande potenziamento di questa terapia».

Infine, Magrini ha auspicato che la campagna vaccinale contro l’influenza prosegua senza seri problemi di carenze, «ma – se ci fossero – sarebbe il segno di un’adesione mai vista prima: significherebbe che avremmo vaccinato quasi il doppio rispetto agli anni passati. Confido comunque che, grazie alle misure molto strette che stiamo tutti osservando – distanziamento fisico, uso di mascherine, lavaggio delle mani – la trasmissione del virus influenzale sarà fortemente rallentata, com’è avvenuto nell’emisfero australe».