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Manovra, gli emendamenti di Governo e relatori su governance e pagamenti

19 Dicembre 2018

Sembra ormai vicina l’intesa tra Roma e Bruxelles sui conti della Manovra e al Senato atterrano gli emendamenti di Governo e relatori che dovrebbero dare la quadra al ddl Bilancio e spingerlo verso l’esame dell’aula. Tra le proposte di modifica depositate ieri sera in commissione, diverse interessano da vicino la farmacia: ci sono per esempio gli emendamenti 1.5000 e 1.5001, che integrano il decreto fiscale da poco convertito in legge e confermano per medici e farmacisti l’esonero dalla fatturazione elettronica delle sole prestazioni sulle quali già vige l’obbligo dell’invio tramite tessera sanitaria (per la dichiarazione precompilata dei redditi). Da segnalare anche la proposta 1.5010, che autorizza gli istituti finanziari a concedere anticipazioni alle Regioni e agli enti locali in carenza momentanea di liquidità; tali risorse dovranno servire al pagamento di fornitori e creditori – anche del servizio sanitario – per i debiti ancora non saldati al 31 dicembre 2018. Asl e amministrazioni dovranno adeguare i contratti dei direttori generali in modo da legare le indennità di risultato anche al rispetto delle scadenze di pagamento.

L’emendamento di maggiore rilevanza, tuttavia, è il 1.4008, che riscrive le disposizioni del ddl Bilancio già approvate in prima lettura alla Camera. Tra le novità, l’istituzione di un tetto per gli acquisti diretti di gas medicali, pari allo 0,20% del Fondo sanitario e ricavato dal budget della spesa farmaceutica per gli acquisti diretti (ospedaliera e dd-dpc, il cui tetto scende quindi dal 6,89 al 6,69%). Sempre a proposito di acquisti diretti, l’emendamento stabilisce che in caso di sfondamento del tetto la quota a carico delle Regioni – pari al 50% del “rosso” – sarà ripianata «dalle sole Regioni nelle quali si è superato il relativo tetto di spesa, in proporzione ai rispettivi superamenti». La restante metà, a carico delle aziende produttrici, verrà ripartita dall’Aifa «per ciascuna regione secondo il criterio pro capite».