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Oms, Ecdc e Ue: vaccinare fasce a rischio per covid e influenza

10 Ottobre 2023

Le persone che non sono protette contro covid e influenza — in particolare le più vulnerabili e a rischio — dovrebbero approfittare di ogni opportunità disponibile per vaccinarsi e in tal modo prevenire o mitigare l’impatto delle due infezioni. È la raccomandazione che, l’arrivo dell’autunno e quindi dell’inverno, lanciano congiuntamente l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms, la Commissione europea e l’Ecdc, il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie.

«Le stagioni autunnali e invernali dell’anno scorso erano imprevedibili» avvertono le tre organizzazioni «gli impatti cumulativi dell’influenza, di covid-19 e del virus sinciziale respiratorio o del virus Rsv hanno colpito i più giovani e i più vecchi. I reparti pediatrici e di terapia intensiva ne hanno risentito ed è stato registrato un eccesso di mortalità. Anche se il quadro ora può sembrare tranquillo, quest’autunno dobbiamo lavorare insieme per proteggere le fasce a rischio, gli assistiti con co-morbilità, gli immunocompromessi, gli anziani e le donne incinte».

Ai Paesi, dunque, la raccomandazione consiglia di rendere facilmente accessibili sia la vaccinazione contro covid-19 e influenza ai gruppi di popolazione a più alto rischio. «Oltre il 90% dei decessi per covid-19 segnalati riguarda persone di età pari o superiore a 65 anni. Tuttavia, i dati che l’Oms Europa ha ricevuto dai suoi 53 Stati membri mostrano che meno di due terzi (63 %) di questo gruppo hanno ricevuto una prima dose di vaccino covid e solo il 29 % ha ricevuto il secondo».

Per questo, prosegue la raccomandazione, «l’accento deve essere posto sulla data in cui individui e gruppi vulnerabili hanno ricevuto l’ultima dose, un’informazione che aiuteranno meglio i Paesi a monitorare la copertura e l’efficacia dei vaccini. A tal proposito, l’Oms raccomanda che ai gruppi prioritari, compresi gli anziani, le donne immunocompromesse e le donne in gravidanza, sia offerta una dose aggiuntiva 6-12 mesi dopo l’ultima, a seconda del loro livello di rischio».

Nei prossimi mesi, conclude il documento delle tre organizzazioni, il rischio di covid-19, influenza e altre infezioni respiratorie aumenterà. I servizi sanitari sono già sotto tensione e la pressione aumenterà ulteriormente. «Proteggere i più vulnerabili ma anche i sistemi sanitari da sovraccarichi è l’approccio più saggio».