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Plaquenil, Aifa: contro rischi di carenza valutare distribuzione diversificata

10 Aprile 2020

Per contenere i rischi di carenza di Plaquenil potrebbe essere opportuno adottare regimi di «distribuzione differenziale» del farmaco a seconda dell’uso “on” e “off label”, con la dispensazione in quest’ultimo caso non della confezione intera ma di un blister alla volta. E’ quanto consiglia l’Aifa nella nota pubblicata ieri per fornire a regioni e servizi farmaceutici alcune raccomandazioni sulle terapie anti-covid con idrossiclorochina.

All’origine dell’intervento c’è la segnalazione inviata da Sanofi il 3 aprile, nella quale si avverte della crescente probabilità che il Plaquenil possa incorrere in rischi di carenza. Al contempo, l’Aifa registra anche le preoccupazioni dei pazienti reumatici, che tramite le loro associazioni riferiscono di difficoltà progressive nel reperimento del farmaco e nella continuità delle cure.

Alla luce di tali segnali, l’Agenzia invita a prendere in considerazione alcune misure anti-accaparramento, «adattandole alle esigenze e all’organizzazione locale». Innanzitutto, potrebbe essere opportuno differenziare le prescrizioni chiedendo ai medici di indicare in ricetta l’uso “on label” (patologie in ambito reumatologico) oppure “off label” (trattamento della malattia covid-19).

Segue quindi il suggerimento di «adottare, dove possibile, regimi di distribuzione differenziale per le diverse indicazioni, prevedendo la possibilità di una distribuzione maggiormente controllata (tramite farmacia ospedaliera o distribuzione diretta) delle quote di farmaco da destinare al trattamento dei pazienti covid».

Il doppio canale, prosegue l’Aifa, potrebbe anche evitare gli sprechi connessi alle terapie per il coronavirus: le confezioni di idrossiclorochina, infatti, contengono generalmente 30 compresse, ma per un trattamento anti-covid «alle dosi massime consigliate (fino a 7 giorni) ne servono 16». Quindi, anziché dispensare al paziente l’intera scatoletta, si potrebbe consegnare al paziente un blister da 15 unità oppure «la quantità ritenuta necessaria», che andrà riconfezionata in modo da evitare errori nella gestione della terapia. Inoltre, «dovranno essere fornite tutte le indicazioni essenziali per il corretto uso del farmaco», compresi numero di lotto e scadenza della confezione di origine, ai fini della tracciatura per le eventuali attività di farmacovigilanza. «Tali operazioni» conclude l’Aifa «dovranno essere effettuate dalle farmacie ospedaliere nel rispetto delle Norme di buona preparazione».

Intanto la Regione Liguria ha preferito imboccare la strada della distribuzione nelle farmacie del territorio: dopo un primo provvedimento che autorizzava i mmg a prescrivere “off label” l’idrossiclorochina e affidava la distribuzione ai team multiprofessionali (medico più infermiere) che assistono a casa i pazienti affetti da covid, ieri l’assessore alla Salute Sonia Viale ha annunciato una nuova disposizione che autorizza la dispensazione nelle farmacie del territorio, alle quali finora era consentita la fornitura soltanto per le indicazioni “on label”.