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Pnrr telemedicina, la Corte dei conti: urge accelerazione sui progetti

30 Marzo 2023

La notizia della firma, l’8 marzo, del contratto per la progettazione, realizzazione e gestione dei servizi abilitanti della Piattaforma nazionale di Telemedicina aveva fatto ben sperare. Poi, la Relazione sullo stato di attuazione del Pnrr presentata dalla Corte dei conti martedì scorso, 28 marzo, ha chiarito lo stato delle cose: c’è anche la telemedicina (Missione 6, Componente 1, subinvestimento 1.2.3) tra i progetti che stanno accumulando ritardi consistenti nella tabella di marcia del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da cui il rischio di perdere i finanziamenti assegnati, vale a dire un miliardo di euro.

Il bilancio che emerge dalla Relazione è chiaro: il progetto mira a «potenziare l’erogazione dei servizi che consentano l’interazione tra medico e paziente anche a distanza e finanziare iniziative di ricerca ad hoc sulle tecnologie digitali in materia di sanità e assistenza». Nel marzo 2022 era stato pubblicato da Agenas l’avviso per la «manifestazione d’interesse riguardo alla presentazione di proposte di partenariato pubblico-privato per l’affidamento in concessione della Progettazione, realizzazione e gestione dei servizi abilitanti (occhio a queste due parole, ndr) della Piattaforma nazionale di telemedicina». Nel settembre 2022 è stato predisposto il decreto interministeriale concernente l’approvazione delle Linee guida per i servizi di telemedicina e le procedure di selezione delle soluzioni di telemedicina. Quindi, l’8 marzo scorso, è stato firmato il contratto tra Agenas e raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Almaviva ed Engineering Ingegneria Informatica per i servizi abilitanti.

Qualcuno alla notizia ha parlato di telemedicina ormai ai nastri di partenza ma non è così. Perché il termine «servizi abilitanti» non indica i servizi clinici come televisita, telemonitoraggio, teleassistenza e via a seguire, ma sono le soluzioni che offrono funzionalità fondamentali e trasversali ai singoli progetti. Un esempio di servizio abilitante? Lo spid, ossia la firma digitale, rispetto a progetti come il Fse, l’anagrafe tributaria o altri archivi ancora.

Insomma, con la firma dell’8 marzo scorso è stata gettata soltanto la prima pietra del sistema. E i tempi sono già stretti perché sulla carta l’attivazione di questi servizi avrebbe dovuto scattare entro fine mese. Ed entro marzo 2024, scrive ancora la Corte dei conti, dovrebbe essere avviato almeno un progetto di telemedicina per Regione. Ma è ovvio che senza soluzioni abilitanti non si può procedere.

Per questo motivo, nella Relazione i magistrati contabili riferiscono di avere già «raccomandato al ministero della Salute e all’Agenas di assumere le necessarie iniziative per accelerare e portare a conclusione le attività di progettazione programmate, al fine del ragionevole rispetto dei tempi di progressiva attivazione dei servizi da offrire alla collettività, comprensiva delle preliminari fasi di sperimentazione e monitoraggio».

Riguardo a tale parte il Pnrr affida alle due Regioni capofila, Lombardia e Puglia, il compito di promuovere delle gare per individuare e valutare le soluzioni di mercato conformi alle linee guida per i Servizi di telemedicina. La Lombardia ha già delegato la materia ad Aria, l’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti, con cui Federfarma regionale ha subito avviato un’interlocuzione. A dicembre, così, ha completato la certificazione con Aria Htn-Health Telematic Network, il partner di Federfarma nazionale che offre servizi a distanza a quasi seimila farmacie private. E tra un paio di settimane i vertici dell’Agenzia incontreranno a Roma una rappresentanza delle Federfarma territoriali (per la Lombardia saranno presenti Annarosa Racca e Giampiero Toselli, presidente e segretario dell’Unione regionale) per un approfondimento su progetti e partecipazione delle farmacie.