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Povertà sanitaria, Rapporto Banco Farmaceutico: aiutate 390mila persone

13 Dicembre 2022

Nel 2022 sono 390mila le persone in condizioni di povertà sanitaria che per potersi curare si sono rivolte alle 1.806 realtà assistenziali convenzionate con il Banco Farmaceutico. Complessivamente si tratta del 7% dei 5,6 milioni di residenti che versano in povertà assoluta, mentre le famiglie povere che rinunciano alle cure sono 27 su cento. I dati arrivano dal decimo Rapporto dell’Osservatorio sulla Povertà sanitaria, il centro studi del Banco Farmaceutico. Presentata ieri a Roma nella sede dell’Aifa, l’indagine stima che una persona indigente può spendere ogni mese per la sua salute soltanto 9,9 euro, mentre un abbiente dispone di un budget sei volte maggiore, cioè 66,83 euro mensili. Se ci si ferma poi ai soli farmaci, i poveri hanno a disposizione soltanto 5,85 euro, le persone agiate ne possono spendere 26.

«Nonostante l’impronta universalistica del nostro Ssn» è la valutazione che arriva dal Rapporto, realizzato con il contributo incondizionato di Ibsa Farmaceutici e Aboca «una parte consistente della spesa farmaceutica resta a carico dei cittadini. Nel 2021, in particolare, il 43,5% della spesa farmaceutica totale è stata pagata dalle famiglie (+6,3% rispetto al 2020), con profonde differenze tra le possibilità di quelle povere e quelle non povere».

Risultato, gli indigenti hanno dovuto destinare ai farmaci il 60% della loro spesa sanitaria, a fronte dell’equivalente 38% delle famiglie benestanti. Ma le difficoltà economiche, osserva ancora il Banco Farmaceutico, lambiscono anche le famiglie non povere: nel 2021 hanno cercato di ridurre le spese sanitarie (rinunciando o rinviando a visite mediche/accertamenti periodici) 4,7 milioni di famiglie (ossia 10,9 milioni di persone).

«La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere», osserva Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus. «Purtroppo, le condizioni di chi vive in Italia non sono destinate, nell’immediato futuro, a migliorare; questo, a causa di alcuni effetti persistenti della crisi economica derivata dalla pandemia, e della grave situazione internazionale. Speriamo che i dati del nostro Rapporto siano letti con attenzione dalle istituzioni, e che rappresentino per esse uno strumento per comprendere più a fondo i bisogni di chi è in difficoltà e attuare, così, misure e politiche in grado di rispondervi con efficacia».