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Rapporto Aiop: dalle liste d’attesa intasamenti di ospedali e Pronto soccorso

19 Gennaio 2019

Nell’ultimo anno circa 20 milioni di italiani, il 38,7% della popolazione adulta, sono finiti in una lista d’attesa per accedere a prestazioni specialistiche o per un ricovero in ospedale. E di questi, oltre il 30% ha deciso di cambiare ospedale o struttura e pagare privatamente, in modo da abbreviare i tempi. E’ la fotografia che emerge dal 16° Rapporto annuale “Ospedali & Salute 2018”, condotto da Ermeneia per l’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata): le liste d’attesa, dice l’indagine, rimangono una delle principali criticità del Ssn, anche perché tra le ricadute c’è il ricorso improprio al Pronto Soccorso, che diventa (una volta su quattro) un escamotage per accedere più velocemente a visite e accertamenti diagnostici. «Nell’ultimo anno» spiega l’Aiop in una nota «le liste d’attesa più lunghe – oltre i 60 e fino a 120 giorni – hanno interessato il 35,6% degli utenti per le visite specialistiche, il 31,1% per i piccoli interventi ambulatoriali, il 22,7% per gli accertamenti diagnostici e il 15% per i ricoveri in ospedale pubblico per interventi più gravi. Significative anche le attese tra i 30 e i 60 giorni, in particolar modo per l’accesso a visite specialistiche, accertamenti diagnostici e ricoveri, che hanno riguardato rispettivamente il 22,6%, il 20% e il 18,3% degli utenti».

Pesa anche «l’uso improprio del Pronto soccorso, diventato un escamotage per accedere più rapidamente alle prestazioni sanitarie»: in più di 1 caso su 4 rappresenta «la soluzione per ridurre i tempi di accesso a visite, accertamenti diagnostici e ricoveri, con tutte le conseguenze negative che ne derivano rispetto all’affollamento degli ospedali, costretti a far fronte a un numero crescente di pazienti, in molti casi senza avere le risorse e gli strumenti adeguati».

Accade così che il 28,2% di chi si è rivolto al Pronto Soccorso nell’ultimo anno lo ha fatto in presenza di un disagio non grave, mentre il 6,9% lo ha fatto per la mancata reperibilità del medico di famiglia o perché il problema di salute è emerso nel fine settimana o in ore in cui il curante non era disponibile. Per migliorare la gestione delle liste d’attesa, oltre l’80% degli utenti suggerisce di ampliare gli orari di visita degli ambulatori di medicina generale e un utilizzo integrato di altri ospedali pubblici di zona. Più del 50% degli utenti, pur di arginare il fenomeno, sarebbe disposto a pagare un ticket più alto, misura ritenuta utile a organizzare meglio la domanda di servizi degli utenti.