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Sileri a La7: al Ssn servono almeno 25-30 miliardi di finanziamento

13 Giugno 2020

La sanità italiana ha bisogno di investimenti. Almeno 25 o 30 miliardi. Lo ha detto il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, intervenendo ieri alla trasmissione Omnibus su La7 . «Ricordo che i tagli degli ultimi 10 anni hanno toccato i 37 miliardi» ha precisato «le risorse in campo al momento ammontano invece a 3,6 miliardi, una parte importante dei quali serve al mantenimento dei Covid hospital, perché non sappiamo se avremo o no una seconda ondata. E un’altra parte servirà per il territorio. Ma dovremmo aggiungere 20 o 25 miliardi per i prossimi anni».

Sileri ha sottolineato l’importanza di chiudere con la stagione dei tagli alla sanità. «Ce ne ricordiamo oggi che abbiamo avuto covid. Ma i pezzettini di questo puzzle di carenze sono stati urlati dai medici, dagli infermieri, dai pazienti negli anni scorsi». Molte le cose da ripensare, ma il punto di partenza secondo il viceministro è il personale. A partire dall’aumento degli stipendi, anche per far crescere la «fierezza di lavorare per il Ssn».

La prima cosa che bisogna fare, ha continuato il viceministro, «è pensare agli uomini e alle donne perché covid ha dimostrato che sono le donne e gli uomini a fare il Ssn». Non si può immaginare «che vengano fatte azioni penali contro di loro, che vengano di nuovo aggrediti nei Pronto soccorso o altrove, che abbiano gli stipendi più bassi d’Europa». Se non si sistema questo aspetto, ha detto ancora Sileri, non si può ripartire. Perché «ci sarà sempre qualcuno che, finita la Scuola di specializzazione, non entrerà nel Ssn o lo abbandonerà subito dopo». Tra le priorità del viceministro per la sanità, anche l’innovazione e i costi standard, perché è giusto «dare risorse a chi lavora meglio in un’ottica di sana concorrenza».