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Sondaggio: italiani hanno più fiducia nel personale sanitario che nei politici

21 Aprile 2020

Appena 1 italiano su 7 ripone le proprie speranze nella capacità della politica di condurre il Paese fuori dall’attuale crisi sanitaria, causata dal coronavirus. Su oltre mille italiani, intervistati nell’ambito dell’indagine Omnibus condotta in aprile dall’Istituto di ricerche YouGov Deutschland GmbH, per conto del Gruppo Stada, meno del 15% dei nostri connazionali ha dichiarato di aver fiducia nei propri rappresentanti politici. È la percentuale più bassa di tutta la ricerca, che ha analizzato anche i percepiti di Spagna, Germania e Regno Unito, per un campione complessivo di oltre 60mila intervistati. La speranza riposta nelle capacità della politica in Germania e nel Regno Unito è risultata pari al doppio di quella rilevata in Italia.

Al contempo, solo il 3% degli italiani che hanno partecipato all’indagine ha affermato di aver perso ogni speranza. Ma in chi spera, allora, la stragrande maggioranza dei cittadini del Belpaese? Ben due terzi di loro ritengono che i medici e tutti gli altri professionisti del settore sanitario stiano dando il massimo, e quindi ispirano fiducia anche in termini di prospettive future per la soluzione della crisi; sul punto, più ottimiste si mostrano le donne (70%) rispetto agli uomini (63%).

Quasi due terzi degli italiani (62%) ritengono poi che la risposta all’emergenza sanitaria possa venire dai laboratori e dalle case farmaceutiche, che stanno effettuando ricerche per arrivare al vaccino. E ancora, meno della metà degli italiani (45%) ripone le proprie speranze nel fatto che i propri concittadini seguano rigorosamente le regole e le nuove normative, come quelle sul distanziamento sociale.

Gli italiani sono risultati anche i più preoccupati, tra i quattro Paesi esaminati, sulla durata di questo periodo di incertezza, con particolare riguardo alle misure di contenimento (71%) e per il futuro delle loro famiglie e dei loro amici (68%). Poco meno di un terzo (32%) ha espresso preoccupazione per il proprio lavoro: dato più elevato della media, del 25%, rilevata nei quattro Paesi coinvolti nell’indagine.