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Stagione influenzale 2018-2019, le raccomandazioni del Ministero

1 Giugno 2018

In vista della prossima stagione influenzale, sarà ancora una volta opportuno «l’avvio tempestivo della vaccinazione a tutte le persone di età pari o superiore ai 65 anni, ai pazienti a rischio e agli operatori sanitari che hanno contatto diretto con i pazienti che più probabilmente acquisiranno o trasmetteranno l’infezione influenzale». E’ quanto si legge nella circolare su “Prevenzione e controllo dell”influenza: raccomandazioni per la stagione 2018-2019” firmata ieri dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La pubblicazione, spiega in una nota il Ministero, è «in anticipo rispetto agli anni precedenti, per permettere alle Regioni di procedere al bando delle gare di acquisto». La circolare, avverte comunque il dicastero, non comporta modifiche sostanziali agli interventi di prevenzione e controllo e al calendario della campagna di vaccinazione, ma aggiunge i donatori di sangue alle categorie cui la vaccinazione è offerta attivamente e gratuitamente.

«L’influenza» avverte ancora il Ministero «è una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità. Alcune fasce di popolazione, come i bambini piccoli e gli anziani, possono essere maggiormente a rischio di gravi complicanze influenzali, come polmonite virale, polmonite batterica secondaria e peggioramento delle condizioni mediche sottostanti». Per questo motivo, tra le altre cose, è stata concessa la vaccinazione gratuita nelle donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. «L’Organizzazione mondiale della sanità» conclude il Ministero «nel suo position paper più recente sull’influenza ritiene questa categoria il più importante dei gruppi a rischio per se stesse e per il feto».

Intanto, sempre in tema di prevenzione, dal mondo della medicina internazionale arrivano apprezzamenti perla legge sull’obbligo vaccinale introdotta quest’autunno dal ministro Lorenzin. Lo riferisce il presidente della Società Italiana di pediatria, Alberto Villani, da Malmo, in Svezia, dov’è in corso l’European society for pediatric infection disease (Espid) 2018. «La corretta informazione e un’azione determinata di politica sanitaria» spiega Villani «hanno garantito in maniera equa il diritto alla salute, grazie alle vaccinazioni a tutta la popolazione pediatrica in Italia. Questo modello, virtuoso ed efficace, è già stato imitato da molti Paesi, come la Francia, ed è stato condiviso dalla comunità scientifica internazionale riunita a Malmo».