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Teleconsulto: over50 poco entusiasti, pesa il gap tecnologico

5 Settembre 2023

La telemedicina si prospetta come la soluzione ideale per gli anziani che solitamente fanno fatica a recarsi dal medico per visite e controlli. Il problema, però, è che rappresentano anche la fascia di popolazione che ha meno familiarità e dimestichezza con la tecnologia digitale. Secondo l’indagine condotta da Format Research per il Centro Studi 50&Più, in particolare, appena il 12,8% degli ultra50enni intervistati per la survey dice di avere fruito di servizi di telemedicina (nella stessa ricerca risalente al 2021 erano il 5,9%).

Da notare che in prima battuta sono gli stessi intervistati a mostrare un certo scetticismo per la telemedicina: il 76,7% la ritiene utile, e non sono pochi, ma raccolgono più consensi soluzioni alternative come il miglioramento di servizi pubblici di accompagnamento e trasporto (88,7%), la riduzione o il rimborso dei costi per i servizi di accompagnamento e trasporto (86,5%), l’istituzione/potenziamento delle Case della salute (85,8%), l’istituzione/miglioramento dei servizi privati di accompagnamento e trasporto (78%) e il miglioramento delle infrastrutture e dei trasporti (77,3%).

Per quel 12,8% di over50 che crede nella telemedicina, invece, la motivazione più convincente è data dalla possibilità di consultare a distanza il medico di famiglia senza doversi recare in ambulatorio: raccoglie il 59,1% delle preferenze. C’è poi un 52% di risposte che chiama in causa i tempi di attesa per gli esami, un altro 48,5% che cita la possibilità di avere cure tempestive e un 42,8% che cita la disponibilità di dati sanitari in formato digitale, leggibili magari su uno smartphone.

Tra chi ha già fatto uso della telemedicina, poi, mostrano t4endenzialmente le percentuali più basse di gradimento i residenti al Sud e Isole: consultazione a distanza (53,6% contro il 71,5% del Nord Est); riduzione dei tempi di attesa (32,3% contro il 73,3% del Nord Ovest); cure più tempestive (34% contro il 58,5% del Nord Est); consultabilità dei dati sanitari in formato digitale (36,9% contro il 62,5% del Centro).

Per aumentare la propensione all’uso delle tecnologie in ambito sanitario, avverte però la ricerca, ci sarebbe però una via d’uscita. Il 68% del campione over 50 si è dichiarato disponibile a partecipare a corsi di digitalizzazione dedicati ai Servizi Sanitari e organizzati da enti pubblici, associazioni di categoria eccetera. I più motivati per fascia d’età sono i 50-64enni con il 71,1%, seguono quindi i 65-74enni (67,7%) e gli over 74 (61%). Se poi si guarda all’area geografica, ecco emergere un dato in controtendenza: sono gli intervistati del Sud e Isole i più convinti con il 72,5%, tallonati dal Centro (69,2%). Poco più staccati Nord Ovest (65,4%) e Nord Est (64,3%), anche se non di molto.

Per ridurre il gap tecnologico, poi, la ricerca mette in evidenza anche altre proposte: l’avvio di campagne di informazione/guide dedicate alle prenotazioni Cup o alla gestione del Fascicolo Sanitario Elettronico (83,8%), così come la creazione di servizi di assistenza per accedere alla telemedicina (82,8%).