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Tirocini formativi, non in tutte le Regioni recepito il no alle farmacie

10 Aprile 2018

E’ stato recepito dai governi regionali in ordine sparso, secondo la più consolidata tradizione federalista, l’accordo Stato-Regioni del 25 maggio 2017 che aggiorna le linee guida sui tirocini formativi. E’ un’intesa che i farmacisti titolari ricorderanno senz’altro, perché all’articolo 4 chiudeva la porta delle farmacie ai cosiddetti tirocini «extracurriculari», ossia post-abilitazione: «Non sono attivabili» recitava il testo «tirocini in favore di professionisti abilitati o qualificati all’esercizio di professioni regolamentate, per attività tipiche o riservate alla professione».

La disposizione era stata aggiunta su pressione dell’Ordine dei farmacisti di Roma e del suo presidente, Emilio Croce, che da tempo avevano lanciato una campagna contro l’abuso del tirocinio post-abilitazione in farmacia. L’assessore laziale al Lavoro in carica ai tempi, Lucia Valente, aveva raccolto le sollecitazioni dell’Ordine e trasposto nelle linee guida un comma diretto a fermare definitivamente la pratica.

Non da subito, però. Per entrare in vigore, infatti, le linee guida avrebbero dovuto essere recepite nelle normative locali dalle singole Regioni, «entro sei mesi dalla data dell’intesa» come recitava l’accordo di maggio. Alla prova dei fatti, però, soltanto la metà dei governi regionali ha rispettato la scadenza (vedi tabella sotto): sono undici in tutto – Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Provincia autonoma di Trento, Valle d’Aosta e Veneto – ai quali dall’inizio del 2018 si sono aggiunti altri cinque “ritardatari”: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lombardia. Mancano all’appello altre cinque Regioni, Provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Toscana, Umbria e Sardegna, che non avendo recepito l’accordo dell’anno scorso continuano a fare riferimento alle linee guida del 2013, prive dell’esplicito bando sui tirocini extracurriculari voluto dall’Ordine di Roma.

Il fatto però è che la mappa è ancora più complicata di così. Delle undici Regioni che hanno adottato l’intesa, infatti, otto hanno recuperato fedelmente nel proprio regolamento la disposizione delle linee guida sui tirocini nelle professioni regolamentate. Tre, Campania, Sicilia e Veneto, invece non l’hanno fatto e dunque ci sarebbe ora da capire se l’omissione si traduce in un esplicito sì ai tirocini extracurriculari nelle farmacie. Per alcuni degli esperti in legislazione del lavoro contattati da FPress la risposta è sì, perché le linee guida non fanno testo ma contano soltanto i regolamenti regionali approvati con delibere di giunta. Per Emilio Croce, invece, su un tema come questo non ci possono essere divergenze applicative tra Regione e Regione. «Quando a maggio hanno firmato l’accordo» ricorda «le Regioni si sono impegnate a rispettarlo e recepirlo, trovo decisamente singolare che ora qualcuno possa chiamarsi fuori». In ogni caso, continua Croce, recepimenti o no l’impraticabilità del tirocinio extracurriculare in farmacia resta un dato di fatto. «Non metto naso in casa altrui» osserva «ma nella professione di farmacista esiste un solo tirocinio, ed è quello curriculare. Ogni altra forma rappresenta uno sfruttamento del professionista che non può essere tollerato».