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Vaccini, abrogata la riserva del 30%. E Regioni monitorate sui progressi

24 Marzo 2021

Le Regioni non saranno più tenute a conservare il 30% dei vaccini in stock per garantire la seconda dose ai vaccinati. Lo ha annunciato ieri il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, citando davanti al Consiglio regionale una nota ricevuta dal ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini: in seguito alle ripetute sollecitazioni dei governi regionali, il commissario per l’emergenza covid generale Figliuolo si prepara ad abrogare la disposizione impartita dal suo predecessore.

«Fino ad oggi il commissario Arcuri ci aveva lasciato soltanto un’istruzione scritta» ha detto Fedriga «e cioè mantenere in magazzino circa il 30% delle dosi consegnate. La nostra regione ha sforato quel limite con la speranza che le dosi arrivassero in modo puntuale o quasi, cosa che purtroppo non è sempre avvenuta».

La consegna di Arcuri, ha continuato il governatore del Friuli Venezia Giulia «ha finito per spingere alcune Regioni in estrema sofferenza, con il rischio di dover sospendere la somministrazione della prima dose di Pfizer o Moderna. E’ curioso che il sistema delle Regioni venga oggi accusato di non procedere speditamente».

Il Governo però conferma l’intenzione di vigilare da vicino sui progressi delle singole Regioni perché la campagna proceda all’unisono sull’intero territorio nazionale. A tale scopo, secondo quanto riferiscono le agenzie, la struttura commissariale si appresterebbe ad avviare verifiche a cadenza settimanale su numero dei vaccinati e dosi consumate. E nel caso in cui qualche Regione rimanesse indietro con gli obiettivi, le verrà offerto un supporto personalizzato: la piattaforma nazionale di Poste Italiane nel caso in cui il problema fosse la gestione delle prenotazioni, l’invio di personale o l’allestimento di hub vaccinali se ler incertezze riguardano i tassi giornalieri di vaccinazione.