dalle regioni

Apre a Bologna mega-Casa della salute che fa anche diretta. I timori delle farmacie

27 Marzo 2018

Preoccupa non poco farmacie e sindacato la Casa della salute inaugurata sabato scorso a Navile, quartiere di Bologna tra i più popolosi. Preoccupa – nonostante in città siano già aperte da tempo altre 15 “Case” e in tutta la regione più di cento – perché la nuova struttura è di fatto un piccolo ospedale (7.550 metri quadrati su quattro piani, dove troveranno posto ambulatori specialistici, consultorio, Cup, Centro di salute mentale, medici di mg, ambulatorio infermieristico per le cronicità, riabilitazione, servizi materno-infantili) che farà anche distribuzione diretta dei farmaci e dei presidi per l’incontinenza a un bacino di assistiti che conta circa 68 mila persone, ossia i residenti del quartiere. «E’ vero, quell’apertura ci impensierisce» conferma a FPress il presidente di Federfarma Bologna, Massimiliano Fracassi «e soprattutto impensierisce le 15 farmacie della zona. Tra un paio di settimane incontreremo l’assessore alla Salute del Comune, chiederemo chiarimenti: da un lato cercano la collaborazione delle farmacie per fornire servizi agli abitanti, dall’altra tolgono loro la distribuzione del farmaco e rendono sempre più incerto il futuro».

Anche perché le notizie sui piani della Regione non inducono all’ottimismo: «Secondo i progetti ufficiali si vorrebbe aprire una Casa della salute con sportello della diretta ogni 60mila abitanti, in tutta la regione» ricorda Fracassi «ma questo sulla carta: per ora a Bologna ci sono tre “Case” soltanto che distribuiscono farmaci, è evidente però che vorremmo capire di più». Anche sulla distribuzione dei farmaci: «A parole dicono di voler puntare soltanto ad alcune categorie, come i pazienti psichiatrici. Se fosse, saremmo anche disposti a discuterne e valutare servizi in sinergia, ma resta forte il timore che in realtà dietro ci sia l’obiettivo di fare a meno delle farmacie».

Intanto continuano le azioni di contrasto: esposti e denunce quando si ha notizia di farmaci dispensati da non farmacisti e, da un mese circa, un tavolo misto tra Ordine dei farmacisti e Ordine dei medici di Bologna per fare fronte comune. Perché neanche alle rappresentanze dei medici di famiglia le Case della salute sembrano piacere: «Su queste aggregazioni non abbiamo sottoscritto nessun accordo con la Regione» dice a FPress Renzo Le Pera, segretario regionale della Fimmg «dunque i medici che accettano di trasferirsi all’interno di una Casa della salute lo fanno perché è stato loro chiesto di farlo e hanno accettato». Il sindacato, invece, non sembra nutrire particolare entusiasmo per queste strutture: «Abbiamo gravi problemi di ricambio generazionale» ricorda Le Pera «negli anni a venire i medici di mg caleranno, le pare che possa essere una soluzione concentrarli in questo modo e sguarnire le aree remote?».

Sul chi vive anche Federfarma regionale: «Continuiamo a seguire la questione» dice a FPress il presidente, Achille Gallina Toschi «non sempre ciò che la Regione scrive sui suoi progetti o proclama nei suoi comunicati in tema di Case della Salute poi si realizza – l’ultima parola ce l’hanno le Asl e non sempre le risorse ci sono – però i piani inquietano, su questo non c’è dubbio».