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Liguria, recapito farmaci tra le commissioni del maggiordomo di quartiere

29 Ottobre 2019

C’è anche la consegna a casa dei farmaci tra i servizi affidati al “maggiordomo di quartiere”, la figura istituita dal programma di welfare sociale che la Regione Liguria si prepara a estendere a tutto il territorio dopo la sperimentazione estiva nel centro storico di Genova. L’obiettivo è quello di aprire una quindicina di sportelli approfittando dei 2 milioni di euro messi a disposizione del Fondo sociale europeo: potranno richiedere il servizio anziani e persone in difficoltà che hanno bisogno di un aiuto per fare la spesa o ritirare pacchi alla Posta, pagare le bollette, provvedere alle piccole riparazioni di casa e, appunto, andare in farmacia. A dare una mano saranno come detto i “maggiordomi di quartiere”, ossia disoccupati con un reddito isee inferiore a 20mila euro, che interverranno su coordinamento degli sportelli regionali.

Nei giorni scorsi la Regione ha lanciato il bando, che si chiuderà il 6 dicembre e durerà due anni. I fondi sono ripartiti tra le cinque conferenze dei sindaci delle Asl liguri: tre sportelli per l’imperiese (403.000 euro), tre per la savonese (403.000 euro), cinque per la genovese (625.000 euro), uno per la chiavarese (166.000 euro), tre per la spezzina (403.000 euro). Nella sperimentazione conclusa a Genova a settembre sono state prese in carico 644 persone in tre mesi, fascia di età prevalente tra i 40 e i 70 anni. «Cerchiamo di tagliare su misura quasi sartoriale piccoli servizi di utilità quotidiana» commenta il presidente della Regione, Giovanni Toti «è un progetto di sussidiarietà orizzontale che punta a costruire una rete di salvaguardia sociale sempre più estesa e capillare».

«Questa rete di aiuto» aggiunge Sonia Viale, vicepresidente e assessore alle politiche sociosanitarie «sarà un aiuto ad anziani, donne lavoratrici e a tutti i cittadini che hanno bisogno di una mano, come si dava una volta: consegna della spesa, piccole commissioni, ascolto e tanto altro. A dare questo aiuto saranno persone in difficoltà economica, che hanno tempo e bisogno di lavorare».