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Piemonte, ricetta sul Fse: in sette giorni usata da 1.500 pazienti, ancora problemi

4 Febbraio 2023

A una settimana dal via, 1.503 piemontesi hanno già utilizzato il servizio che permette di trovare direttamente in farmacia le ricette del medico, utilizzando soltanto la tessera sanitaria. Altri 12mila hanno già provveduto a indicare sul sito Salutepiemonte.it la loro farmacia abituale, che snellisce l’accesso alla ricetta, e 7.855 hanno certificato il proprio smartphone, da soli o rivolgendosi ai punti assistenza dei distretti.

I numeri arrivano dalla Regione che li valuta come il proverbiale bicchiere mezzo pieno. «Siamo soddisfatti per l’interesse e il successo che sta riscontrando questo nuovo servizio ai cittadini» commentano il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi «insieme ai farmacisti e con il supporto del Csi (Consorzio per il sistema informativo, ndr) seguiamo passo dopo passo il rodaggio del sistema, certi di raggiungere quanto prima la piena adesione degli interessati. Il ritiro dei farmaci con la tessera sanitaria entrerà presto nelle abitudini di tutti, con notevole semplificazione delle procedure, grazie al processo di digitalizzazione dei servizi sanitari del Piemonte».

Cresce anche il numero delle farmacie che offrono il servizio: attualmente sono 1.193 ma, dice il presidente di Federfarma Piemonte, Massimo Mana, «a breve lo saranno tutte, una volta terminate le fasi di attivazione del sistema. Le richieste da parte dei cittadini sono in graduale aumento».

Tra i farmacisti titolari, tuttavia, il malcontento esploso dopo l’avvio del servizio non sembra attenuarsi. In molti si chiedono il motivo di due procedure differenziate in base alla “confidenza” del paziente verso la farmacia. Giusto per ricordare: il servizio consente di usare la sola tessera sanitaria esclusivamente nelle farmacie che l’assistito ha indicato come “abituali” sul portale dell’assessorato alla salute; nelle altre, dette “occasionali”, per far spedire la ricetta occorrono invece tessera e smartphone, sul quale va installata un’app che gestisce le password inviate dal sistema a ogni richiesta della farmacia di accedere al Fse dell’interessato (per spedire la ricetta). Troppo complicato per gli anziani che non hanno dimestichezza con la tecnologia, dicono molti titolari, e troppo complicato anche per i farmacisti che dovrebbero spiegare ai clienti la procedura: la guida in pdf distribuita dalla Regione, hanno fatto notare alcuni sui social, copre una ventina di pagine e per spiegarla a un “inesperto” occorrono troppi minuti. Per non parlare poi di quegli assistiti che devono registrare anche i familiari.

C’è chi dice che si sia preferita questa procedura differenziata (tra abituali e occasionali) per evitare le “furberie” capitate altrove (dove qualche farmacie si sarebbe messa a fare accaparramento di ricette), ma in tanti hanno obiettato che se questo era l’obiettivo sarebbe stato allora preferibile copiare la soluzione messa in campo dalla Lombardia. Dove non ci sono farmacie abituali od occasionali né app da installare: ogni volta che il medico emette una ricetta, il sistema invia un sms allo smartphone del paziente il cui numero è registrato sul suo Fse. L’assistito può quindi recarsi con il codice della ricetta in farmacia e ritirare i farmaci.