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Sardegna, incontinenza: lamentele per il nuovo servizio centralizzato

3 Marzo 2020

Provvederà una commissione istituita dall’Azienda per la tutela della salute della Sardegna (Ats) a controllare, tramite verifiche a campione su panni e traverse, la qualità degli ausili per l’incontinenza distribuiti nell’ambito dell’appalto regionale. E’ quanto ha dichiarato l’assessore alla Salute della Sardegna, Mario Nieddu, al termine di un incontro in cui associazioni dei pazienti e Tribunale dei diritti del malato hanno riferito di proteste e lamentele degli assistiti per prodotti e servizio. «Negli ultimi mesi» ha spiegato Nieddu «Ats è intervenuta più volte su diversi casi, ma la portata dei disagi e il malessere crescente ci spingono ad andare oltre. La Centrale regionale di committenza verificherà eventuali irregolarità ma non c’è dubbio che ci troviamo di fronte al risultato di una scelta di risparmio a tutti i costi, operata da chi ci ha preceduti».

L’appalto discende da una gara bandita e aggiudicata nel 2017 ma entrata in vigore soltanto nell’ottobre scorso a causa di alcuni ricorsi presentati da concorrenti della ditta vincitrice. Fino al nuovo regime l’erogazione era affidata alle farmacie del territorio, in base a una convenzione che riconosceva ai titolari 28 euro al mese a paziente per 90 pannoloni e 30 traverse. «Gli ausili provenivano da un’azienda con cui avevamo firmato un contratto di fornitura» spiega a FPress il presidente di Federfarma Sardegna, Giorgio Congiu «e la qualità dei prodotti era ottima, tant’è vero che in tre anni abbiamo ricevuto soltanto tre lamentele».

Poi il cambiamento di rotta e, nel 2017, la decisione di accentrare su un’unica ditta fornitura e recapito a domicilio degli ausili: «Ci sono state parecchie lamentele per la loro qualità» conferma Congiu «tanto è vero che molti pazienti rinunciano alla fornitura e si comprano i pannoloni di tasca propria. E all’inizio anche le consegne sono andate avanti a singhiozzo. D’altronde, recapitare a 27mila assistiti in tutta la Sardegna non è cosa facile». Ora le verifiche della commissione, che dovranno appurare se i requisiti del capitolato sono stati rispettati. «La Regione potrebbe revocare l’appalto soltanto in tale evenienza» osserva Congiu «altrimenti dovrà rispettarne i termini fino alla scadenza, tra due anni. Intanto, in assessorato si sta già pensando di rivedere il meccanismo già dalla prossima gara: niente più ditta unica, ma un buono spesa che ogni paziente userà dove vuole».