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Austria, medici in tribunale contro campagna tv dell’Ordine dei farmacisti

6 Aprile 2022

Medici contro farmacisti, in Austria, per una campagna pubblicitaria lanciata dall’Apothekerkammer (l’Ordine dei farmacisti) con l’intento di ricordare il ruolo delle farmacie del territorio nella prevenzione e cura dei piccoli disturbi. Sotto accusa, in particolare i due spot diffusi sulle tv nazionali, che ritraggono episodi di vita quotidiana al banco: in uno, per esempio, una madre chiede un aiuto per la figlia costipata e la voce fuori campo spiega che «Se Lina (il nome della bimba, ndr) è stata troppo al sole, tossisce, ha il raffreddore o la febbre, sua madre Melanie va prima in farmacia. Perché le piccole malattie possono essere facilmente risolte in farmacia con un consiglio, soprattutto nei fine settimana e di notte».

Ai medici, tuttavia, la campagna non è piaciuta e così il loro Ordine (Ärztekammer) si è rivolto alla magistratura per pubblicità ingannevole. E in primo grado il tribunale commerciale di Vienna, competente in materia, ha dato loro ragione.

L’Ordine di farmacisti, tuttavia, ha già annunciato il ricorso in appello: il giudizio di primo grado, spiega l’associazione professionale, è incomprensibile perché i due spot «rappresentano in maniera del tutto fedele i contatti quotidiani tra clienti e farmacista in farmacia», oltre a trattare tematiche «giuridicamente ancorate alla professione» come la consulenza sui farmaci e la loro gestione.

Per i medici, invece, la pubblicità è fuorviante perché ritrae attività professionali riservate ai medici. «Questa riserva» spiega l’Ordine dei curanti «serve a proteggere i pazienti e trova la sua garanzia nella qualità della formazione medica. Il medico di fiducia dedica ai suoi pazienti tutto il tempo di cui hanno bisogno, la stessa cosa non può essere garantita dalle farmacie». In particolare, sostengono i medici, il farmacista non ha una laurea in medicina e non possiede «una conoscenza completa della storia clinica del paziente e del suo ambiente sociale». Il tribunale ha vietato all’Ordine dei farmacisti di promuovere una comunicazione che induca a credere che le farmacie sono autorizzate a svolgere attività invece riservate ai medici. In ogni caso, fino al giudizio di ultimo grado gli spot potranno continuare a essere trasmessi.