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Francia, il Ministero: autotest nasali nelle farmacie e nella gdo

18 Marzo 2021

Anche in Francia gli autotest rapidi per covid potrebbero essere presto venduti non soltanto in farmacia ma anche nei supermercati. Ad annunciarlo il capo della Direzione generale Sanità, Jérôme Salomon, poche ore prima che l’Has (Alta autorità per la salute, il gruppo di esperti e consulenti che assiste il ministero della Sanità) desse il proprio benestare alla commercializzazione sul territorio francese dei tamponi nasali in modalità self test.

Il via libera del comitato tiene conto dell’emergenza epidemica in cui si trova il Paese: «con 23mila casi giornalieri di covid-19» scrive la Has nel parere finale «non possiamo permetterci il lusso di respingere nuovi strumenti di screening». Anche se, ammette l’Autorità, al momento nessun test antigenico su tampone nasale ha ancora ottenuto la marcatura Ce.

Gli autotest, è in ogni caso la raccomandazione, possono essere utili nelle relazioni sociali, per esempio per accertare lo stato di salute «prima di un incontro con colleghi o parenti». Un eventuale esito negativo, avverte l’Has, non deve comunque esentare dalle misure di sicurezza abituali (distanziamento e mascherina), in caso di risultato positivo invece servirà una conferma con test molecolare.

L’indicazione, in particolare, è quella di considerare gli autotest rapidi una risorsa «di seconda linea», perché non è ancora possibile mettere a confronto le prestazioni dei test nasali con quelle dei test nasofaringei. Questi ultimi, è la valutazione dell’Autorità francese, hanno già dimostrato la loro attendibilità e dovrebbero essere preferiti. Tuttavia, il tampone nasale ha il vantaggio di poter essere utilizzato con i sintomatici entro 4 giorni dall’insorgenza dei sintomi e 4 giorni dopo il contatto, quando il tampone nasofaringeo è difficile o impossibile. «I risultati preliminari» spiega al Quotidien du pharmacien Cédric Carbonneil, capo del servizio di valutazione per atti professionali della Has «indicano che i test antigenici con tampone nasale soddisfano le soglie definite per i nasofaringei, ovvero una sensibilità dell’80% e una specificità del 99% nel sintomatico, e una sensibilità 50% nei pazienti asintomatici».

Nel suo parere, il gruppo di esperti non fornisce indicazioni sui canali di vendita nel quali commercializzare gli autotest, ma raccomanda comunque la dispensazione in farmacia, dove potrebbero essere accompagnati «da consigli per il corretto utilizzo da parte dell’assistito». Perché il tampone funzioni, infatti, occorre che vengano rispettate scrupolosamente modalità di prelievo (cinque rotazioni più sfregamento della cavità nasale), tempo di attesa, temperatura di conservazione eccetera.

Chi invece ha parlato di vendita in farmacie e supermercati, come detto, è stata la Direzione generale Sanità del Ministero: «Il principio di ogni autotest è che possa essere accessibile a tutte le famiglie» ha detto Salomon «i dispositivi quindi saranno disponibili nelle farmacie e nei supermercati».

L’annuncio, tuttavia, ha scatenato il no unanime delle associazioni del farmacisti. «Bisogna che questi autotest siano accompagnati dal consiglio di un professionista che ne ricordi i limiti» ha detto la presidente dell’Ordine dei farmacisti francesi, Carine Wolf-Thal. «Va spiegato ai pazienti come si effettua il test e fino a dove va infilato il tampone» ha aggiunto Jocelyne Wittevrongel, segretario generale della Federazione dei sindacati farmaceutici di Francia (Fspf). «È un’aberrazione» ha commentato Laurent Filoche, presidente dell’Unione dei gruppi di acquisto dei farmacisti (Udgpo) «come si garantisce la tracciabilità dei risultati se vengono venduti nei supermercati?». «Etichettiamoli come un dispositivo medico di classe 2» ha proposto Alain Grollaud, presidente di Federgy «così risulterebbero vendibili soltanto in farmacia come i misuratori di glicemia».