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In Francia l’onorario non sembra bastare alla sostenibilità delle piccole farmacie

30 Marzo 2019

La riforma che dall’inizio del 2018 sta spostando progressivamente il baricentro della remunerazione dei titolari francesi dal margine sul prezzo all’onorario professionale non sembra fare bene alle piccole farmacie, che in dodici mesi hanno visto calare l’utile operativo lordo (Ebitda) del 6,97% e il fatturato (al netto delle imposte) dell’11,44%. L’allarme arriva dal report della rete di commercialisti indipendenti Cgp, del quale riferisce un articolo pubblicato ieri dal Quotidien du pharmacien: i numeri riguardano le farmacie con un giro d’affari annuale inferiore al milione di euro e, dicono le cifre, la contrazione di fatturato e utile si traduce per il farmacista titolare in una perdita di circa 6.700 euro, ossia quasi un terzo della sua remunerazione.

Le cifre, dicono gli autori del report, sono ancora più preoccupanti se si considera che nel 2016 e 2017 le piccole farmacie erano riuscite a mantenere praticamente invariati giro d’affari e utili. Il calo del 2018 sembrerebbe dunque dimostrare che i loro titolari fanno sempre più fatica ad ammortizzare diminuzione dei prezzi dei farmaci (3,71%) e maggiori costi operativi, nonostante il passaggio all’onorario.

Per spiegare il fenomeno il rapporto offre qualche numero che accomuna piccole e grandi farmacie: il fatturato medio è cresciuto nel 2018 dell’1,12% a 1,83 milioni di euro, ma le spese indirette e i costi del personale sono cresciuti a un ritmo maggiore (1,93% e 2,86% rispettivamente) e lo stesso hanno fatto i costi relativi ai nuovi servizi. Di conseguenza, l’Ebitda è diminuito dell’1,78%, ovvero di 4.300 euro a farmacia. Prima di tirare giudizi definitivi, avverte in ogni caso il report, sarà necessario attendere i dati del 2019, anno in cui sono entrate in vigore tre nuove tariffe dell’onorario professionale.