estero

Inghilterra, catene sotto accusa: nel 2017 seimila ore di mancato servizio

7 Giugno 2018

Catene sul banco degli imputati, nel Regno Unito, dopo la diffusione da parte dell’Istituto nazionale di statistica di alcune tabelle che mostrerebbero diffuse violazioni degli orari di apertura pattuiti dalle insegne. Secondo i dati, in sostanza, tra gli orari contrattati con il servizio sanitario britannico dalle cosiddette “multiples” (come in Inghilterra vengono chiamate le catene di farmacie) e gli orari effettivamente praticati ci sarebbe una differenza che nel 2017 ha raggiunto circa seimila ore. Per la Pda (Pharmacist’s defence association, il sindacato nazionale dei farmacisti) la maggior parte delle ore mancanti sarebbe da addebitare alle farmacie che, a coppie, vengono affidate dalle catene a un unico farmacista responsabile, il quale finisce per tenere chiuso un esercizio quando è di servizio nell’altro.

Le statistiche, in particolare, chiamano in causa le insegne Asda, LloydsPharmacy, Morrisons, Rowlands, Superdrug, Tesco e Well, ma secondo quanto riferisce il Pharmaceutical Journal anche altri circuiti ammettono chiusure extra. Boots, per esempio, afferma di non disporre di un dato aggregato per tutta la sua rete ma la Pda stima che nel periodo considerato le farmacie del gruppo potrebbero essersi “mangiate” circa 200 ore di apertura. Well, dal canto suo, ha riportato più di 2.200 ore di mancato servizio nelle sue 580 farmacie tra il novembre 2016 e il novembre 2017

«Se un assistito non può rivolgersi alla sua farmacia nelle ore in cui dovrebbe essere aperta» riferisce una nota della Pda «vuol dire che c’è una lacuna nell’efficienza delle cure». Invece, osserva l’associazione, sembra che a livello amministrativo ci sia scarsa considerazione per il problema. «Vorremmo vedere controlli più serrati sulle aperture delle farmacie e sulle cause che sono all’origine delle chiusure in orari non pattuiti» ha detto ancora la Pda.

Più caute le dichiarazioni della Company chemist’s association, che riunisce le principali catene inglesi di farmacia. «Riteniamo che tutte le chiusure temporanee siano sempre state decisa come extrema ratio nel migliore interesse dei pazienti, dello staff e dei clienti» ha commentato il portavoce Malcolm Harrison «riconosciamo anche che a causa del modo in cui il settore è attualmente regolamentato, ci sono circostanze in cui le farmacie non sono in grado di operare legalmente in assenza di un farmacista».