L’Organizzazione mondiale della sanità ha inserito ieri il talco nell’elenco delle sostanze potenzialmente cancerogene. A deciderlo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Airc/Iarc) dell’Oms, che ha pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology i risultati di una ricerca che individua prove «limitate» di cancerogenicità del talco negli esseri umani e prove «sufficienti» negli animali da laboratorio.

Sebbene l’esposizione si concentri principalmente nella produzione (estrazione, macinazione e lavorazione del talco), gli esperti dell’Airc ritengono esista anche il sospetto di una correlazione tra l’uso quotidiano di talco sotto forma di polveri per il corpo e il tumore alle ovaie. Tuttavia, l’Agenzia rimane cauta e non esclude errori negli studi condotti finora.

Sospetti sulla possibile cancerogenicità del talco sussistono sino dagli anni ’70, quando alcuni studi suggerirono una relazione tra l’uso di tale sostanza e il tumore alle ovaie. Il mese scorso Johnson & Johnson ha raggiunto un accordo con i tribunali di 42 Stati degli Usa dov’erano in corso contenziosi sulla cancerogenicità del suo talco. L’azienda è spesso coinvolta in cause civili intentate da gruppi di consumatori.