Al ritmo con cui le farmacie inglesi stanno lavorando sul nuovo servizio Pharmacy First, è improbabile che verranno consumati tutti i 645 milioni di sterline (circa 756 milioni di euro) stanziati per il programma. E al riguardo, il Nhs è stato molto chiaro: alle farmacie andrà solo ciò per cui hanno lavorato, quello che avanzerà sarà destinato ad altro. È quanto ha detto domenica scorsa, 8 settembre, Alastair Buxton, direttore dei servizi Nhs di Cpe (Community pharmacy england, l’organizzazione che rappresenta le farmacie inglesi). Come si ricorderà, Pharmacy First è il servizio che dallo scorso febbraio delega alle farmacie del territorio la presa in carico iniziale di sette patologie di bassa complessità, tra le quali mal di gola, emicrania e infezioni del tratto urinario.
Nel giugno scorso la National pharmacy association (Npa) aveva rivelato che, in base ai numeri raccolti fino a quel momento dal servizio, per la fine del marzo 2025 si riusciranno a spendere solo 180 dei 645 milioni stanziati dal governo. In altri termini, le farmacie rischiano di perdere 465 milioni di sterline, a meno di non riuscire a convincere il Nhs a spendere comunque nella farmacia i fondi inutilizzati.
Il problema discende dal meccanismo di remunerazione scelto per Pharmacy First: le farmacie che aderiscono al servizio, infatti, vengono pagate a forfait ma soltanto se raggiungono ogni mese un certo numero di visite: il Cpe era riuscito a convincere il Dipartimento della salute ad abbassare la soglia prevista per agosto da 20 a 15 visite, ma non è ancora riuscito a ottenere analoghe riduzioni sui prossimi target mensili, ossia 20 per settembre e 30 per ottobre. «Le soglie del programma Pharmacy First, ovvero il numero minimo di consultazioni che le farmacie devono completare per accedere al pagamento mensile» h dichiarato Buxton «non sono realistiche. Continueremo a premere perché siano riviste, anche se per ora sbattiamo contro un muro di gomma».
Come riferisce la rivista Chemist&Druggist, il Dipartimento della salute ha dichiarato di recente affermato che «questo governo ha ereditato dal precedente un servizio sanitario pubblico a pezzi, che ha trascurato le farmacie per anni». I nuovi piani vogliono invece «sfruttare meglio le competenze dei farmacisti, ampliando tra le altre cose la prescrizione in farmacia per migliorare l’accesso alle cure».
Intanto, il Cpe avverte che «quasi il 65% delle farmacie lamenta che l’attività è in perdita», cosa che rende ancora più urgente una gestione più realistica del programma Pharmacy First e dei suoi fondi.