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Pharmacy First, l’ultima novità del Nhs inglese che può ispirare anche l’Italia

17 Novembre 2023

Dalla fine di gennaio le farmacie inglesi riceveranno dal Servizio sanitario pubblico (Nhs) mille sterline al mese per il servizio Pharmacy First (Prima in farmacia), che delega alla farmacia il trattamento di sette tra disturbi e patologie comuni in modo da evitare al paziente la visita dal medico. Il servizio era stato annunciato per la prima volta nel maggio scorso come parte del Piano per la riorganizzazione delel cure primarie di Nhs England (ognuna delle quattro Nazioni che compongono il Regno Unito ha un servizio sanitario autonomo): le farmacie del territorio, in sostanza, forniranno consigli e trattamenti per sinusite, mal di gola, punture di insetti, impetigine, herpes zoster, infezioni del tratto urinario (femminile) non complicate e otite.

Per i trattamenti, specifica l’accordo, andranno rispettati i protocolli Pgd (Patient group direction) redatti allo scopo dal Nhs. La remunerazione (che prevede una quota fissa di mille sterline al mese, circa 1.143 euro, e un onorario di 15 sterline a consultazione) è subordinata all’erogazione di un numero minimo di consulenze che crescerà progressivamente: almeno una al mese a febbraio fino a trenta al mese a ottobre 2024. I fondi attualmente stanziati, hanno annunciato in una lettera congiunta il Governo e Community pharmacy England (Cpe, l’organismo rappresentativo delle farmacie inglesi), coprono un volume di circa 12 milioni di consulenze all’anno.

Nella stessa comunicazione, è stato anche avvertito che tutte le farmacie convenzionate che offriranno Pharmacy First dovranno anche fornire da marzo 2025 altri due servizi, la consulenza per la contraccezione contraccezione il controllo pressorio, entrambi ricompresi nella remunerazione forfettaria di mille sterline al mese.

Pharmacy First, spiega un articolo del Pharmaceutical Journal, rientrerà tra gli “advanced service”, dunque l’adezione delle farmacie sarà facoltativa. Tuttavia, il direttore dei servizi Nhs di Cope, Alistair Buxton, ha stimato che a Pharmacy First aderirà la grande maggioranza degli esercizi convenzionati. Dal canto suo Janet Morrison, amministratore delegato di Cpe, ha definito descritto Pharmacy First il passo avanti più importante degli ultimi dieci anni per le farmacie inglesi, che potranno così «consolidare l’enorme contributo fornito durante la pandemia, offrendo in ogni comunità consiglio e supporto di prossimità».

Non solo: con l’avvio del servizio, i farmacisti saranno autorizzati ad accedere a nuove sezioni del fascicolo sanitario elettronico del paziente e disporranno di una scheda specifica dove registrare le consultazioni e inviarle automaticamente al medico di famiglia.

Ce n’è abbastanza da rendere Pharmacy First oggetto di interesse anche per le farmacie italiane. Come ha detto Janet Morrison, infatti, con il nuovo servizio i farmacisti inglesi aiuteranno a sfoltire gli affollati studi dei medici di famiglia. E non è poco, considerato che anche in Inghilterra (come nell’Europa continentale e in Italia) il ricambio generazionale tra mmg che entrano nella professione e quelli che escono o vanno in pensione è sempre più faticoso.

Per il nostro Paese, qualche dato l’aveva fornito di recente Agenas: dal 2019 al 2021 il numero complessivo dei medici di famiglia si è ridotto di 2.178 unità a livello nazionale e oggi si contano 1.020 residenti per medico, che però in Lombardia salgono a 1.450. E negli anni a venire le cose peggioreranno: da qui al 2025, infatti, dovrebbero uscire dal lavoro (per raggiungimento dell’età pensionabile) 13.780 mmg. Quelli che rimarranno, di conseguenza, avranno più pazienti da assistere e dunque meno tempo da dedicare a ognuno di loro. È evidente che la farmacia, con la sua prossimità, diventa una risorsa preziosa e quindi Pharmacy First potrebbe diventare un ulteriore innovazione della sanità inglese da cui prendere ispirazione, come già è stato per la farmacia dei servizi e per le vaccinazioni.