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Remunerazione mista, Svizzera e Francia casi da cui imparare

7 Marzo 2019

Rispetto alla tradizionale remunerazione basata su una percentuale del prezzo al pubblico, i modelli misti in cui coesistono onorario fisso e margine aiuta le farmacie a sganciare la redditività dalla curva dei prezzi, ma non mette del tutto al sicuro da interventi di contenimento della spesa né dall’erosione del valore delle ricette. Questa l’indicazione che arriva da Svizzera e Francia, due dei Paesi europei in cui la remunerazione delle farmacie è basata su sistemi misti (fee più percentuale sul prezzo) e dove i farmacisti titolari stanno affrontando la stessa difficile congiuntura in cui versano i loro colleghi italiani.

Partiamo dalla Confederazione elvetica, dove gli esercizi farmaceutici hanno abbracciato dal 2001 la Rbp (Remunerazione basata sulla prestazione): si tratta di un sistema di onorari fissi che retribuisce le prestazioni professionali del farmacista (per esempio validazione del farmaco, guardia farmaceutica, ripartizione per dosi unitarie, sostituzione, accompagnamento alla politerapia eccetera), cui si aggiunge una remunerazione mista per la dispensazione: quota fissa da 4 a 240 franchi a pezzo a seconda della fascia di prezzo, più margine sul prezzo wx-factory tra il 12% (per i medicinali fino a 4,99 franchi) e lo 0% (per le specialità oltre i 2.570 franchi.

 

Attualmente è in vigore la Rbp IV, ossia la quarta revisione del sistema, e a ogni aggiornamento il sindacato delle farmacie elvetiche, Pharmasuisse, ha dovuto fare fronte alle pressioni delle assicurazioni sanitarie per rivedere al ribasso la struttura del compenso. Ora è all’orizzonte il quinto aggiornamento (Rbp V) e i farmacisti titolari hanno già messo sul tavolo la richiesta di rivedere estesamente il sistema. Come scrive Phrmasuisse in un report pubblicato all’inizio dell’anno, oggi un quinto delle farmacie svizzere si trova in «una situazione economica difficile» e ha bisogno di aiuto. Il passaggio al sistema misto, in altri termini, ha avuto lo stesso effetto di un paracadute: ha rallentato la caduta dei fatturati rispetto alla discesa dei prezzi dei farmaci, ma non ne ha fermato la discesa. «Benché le perdite siano state in parte controbilanciate dall’aumento dei consumi» si legge nel report «diventa sempre più difficile coprire le crescenti spese per il personale e la gestione. Inoltre, i titolari devono investire costantemente nella formazione e nell’infrastruttura aziendale».

Sembra di essere in Italia, e lo sembra ancor di più a leggere i progetti legislativi cui sta lavorando l’Ofsp, l’Ufficio federale per la salute pubblica: l’obiettivo è quello di sostenere consumi e concorrenza sui prezzi dei generici, attraverso l’adozione di un sistema di prezzi di riferimento simile a quello in vigore nello Stivale, che eroderebbe numeri e percentuali della remunerazione mista. Pharmasuisse ha già bocciato le proposte dell’Ofsp con il sostegno di industrie e medici dispensatori (che in diversi cantoni della Confederazione possono vendere i farmaci rimborsati) per rilanciare con una proposta di riforma della Rbp da contrattare nell’ambito della quinta revisione: non più sei fasce di prezzo ma tre (con quota fissa dai 12 ai 300 franchi e margine tra il 9 e l’1%) e inserimento tra gli onorari professionali di un compenso per il personale, agganciato al numero di collaboratori della farmacia.

Anche in Francia, dove la remunerazione mista con onorario è entrata definitivamente in vigore soltanto dall’inizio dell’anno, sono in corso riflessioni e analisi. E il fatto che a farle sia l’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine), ossia la sigla che ha sostenuto il passaggio al nuovo sistema, mette al riparo da sospetti di parzialità. Quali sono, allora, le valutazioni? Innanzitutto il nuovo modello sembra avere ridato un po’ di ossigeno ai fatturati, che a gennaio sono cresciuti del 3,4% mentre nello stesso mese del 2018 erano in perdita. Attenzione però, dicono all’Uspo: i reali effetti del nuovo sistema potranno essere valutati davvero alla fine del primo trimestre, quando scatteranno nuovi tagli ai prezzi dei farmaci rimborsati. E poi andranno misurate le ricadute di altri due fenomeni che nel sistema misto hanno la loro rilevanza: il calo delle scatole dispensate (la quota fissa è a pezzo e a gennaio le confezioni vendute sono scese dello 0,89%) e quello delle ricette (alcuni onorari professionali sono a ricetta, vedi tabella sotto), che sempre nel primo mese dell’anno si sono contratte dell’1,03%.

 

Se ne ricavano spunti di riflessione molto utili anche per le farmacie italiane: secondo l’ultimo report dell’Aifa, per esempio, nel periodo gennaio-ottobre le ricette sono calate dello 0,5%. Non è molto, ma sono alcuni anni che le prescrizioni dei medici tendono a calare.