Entra in una fase di tensione aperta il confronto tra Federfarma e i sindacati confederali sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale dei dipendenti di farmacia privata. Preso atto dello stallo in cui persiste la trattativa, le sigle di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno annunciato l’avvio della mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici del comparto.
A determinare la rottura, ribadiscono in una nota i sindacati, l’intransigenza di Federfarma che avrebbe ribadito l’offerta di un incremento salariale complessivo di 120 euro per i tre anni di durata del contratto. Un’offerta che le tre organizzazioni giudicano del tutto insufficiente e scollegata dalla realtà economica del settore.
Per questo, il 4 giugno è stata formalmente avviata la procedura di raffreddamento prevista dalla legge, primo passo di un percorso di mobilitazione che prevede una serie articolata di iniziative su scala territoriale e nazionale: assemblee locali, presidi davanti alle sedi di Federfarma, Prefetture e Regioni, una grande assemblea nazionale di categoria, un pacchetto di ore di sciopero e una campagna di comunicazione coordinata. «In assenza di un cambiamento di rotta da parte datoriale – concludono le sigle – la mobilitazione è oggi l’unico strumento efficace per rivendicare un contratto dignitoso e all’altezza del lavoro svolto ogni giorno nelle farmacie».
Intanto, dal fronte ordinistico arriva una proposta che punta a trasferire il confronto economico sul piano del riconoscimento professionale. Il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Roma, Giuseppe Guaglianone, ha chiesto alla Fofi di farsi parte attiva per inserire nel nuovo Ccnl l’indennità di specificità sanitaria, già riconosciuta ad altre professioni del Servizio sanitario nazionale.
Una misura economica aggiuntiva che – sottolinea Guaglianone – «non è solo una rivendicazione economica. Si tratta di dare finalmente forma concreta al ruolo sanitario del farmacista, sancito dalle norme ma spesso disatteso nei fatti».
Secondo il presidente dell’Ordine capitolino, l’introduzione dell’indennità rappresenterebbe un passaggio imprescindibile per affermare, anche sul piano contrattuale, il pieno ruolo del farmacista come professionista sanitario. Un ruolo che nella farmacia moderna, aggiunge, «non si limita più alla sola dispensazione del farmaco, ma si esprime nella partecipazione attiva alla presa in carico del cittadino, in un presidio sanitario di prossimità ormai parte integrante del Servizio sanitario nazionale».
La proposta è stata presentata al Comitato centrale della Fofi e ribadita in una lettera inviata al presidente Andrea Mandelli, in cui Guaglianone chiede l’impegno delle rappresentanze professionali per valutare e sostenere l’inserimento dell’indennità nel prossimo Ccnl.