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Egualia, un algoritmo per rendere più efficienti le gare di acquisto regionali

8 Giugno 2023

Le gare regionali per l’acquisto di farmaci a brevetto scaduto? Peccano spesso di incongruenze controproducenti, per esempio sui volumi indicati dalla stazione appaltante, accusa l’indagine che Egualia, l’associazione nazionale dei produttori di generici, ha presentato ieri a Roma. La ricerca si chiama Steinbocc Project (Stima dei fabbisogni di gara: variabili d’impatto e predictive data analytics) ed è stata realizzata dai ricercatori dell’Healthcare Datascience Lab della Liuc-Università Cattaneo, Daniele Bellavia, Francesco Bertolotti e Fabrizio Schettini, con la responsabilità scientifica di Emanuela Foglia (ricercatrice della Scuola di ingegneria industriale e Hh Lab – Liuc).

Lo studio prende in esame i dati Aoifa e Ihs (Information hospital service) delle gare bandite tra 2016 e2021 per daptomicina, midazolam e paclitaxel, tre principi attivi (un antibiotico, un anestetico e un antitumorale) a brevetto scaduto e dal grado di innovazione medio-basso.

«L’analisi spiega Emanuela Foglia «ha evidenziato in alcuni momenti storici forti scostamenti tra il consumo effettivo e le richieste di approvvigionamento da parte delle stazioni appaltanti: in alcuni casi viene sovrastimato il fabbisogno, da cui gravi disagi alle aziende farmaceutiche, in altri invece si osservano sottostime che costringono le strutture sanitarie ad acquistare forniture aggiuntive a costi maggiori perché fuori gara, oppure ad approvvigionarsi all’estero».

In particolare, dice lo studio, in circa il 20% delle gare viene definito l’80% del fabbisogno: l’informazione risulta fondamentale per la gestione delle procedure di gara, perché indica quali sono i bandi da presidiare con maggiore attenzione e da cui si può ottenere un maggiore efficientamento».

Due dunque sono gli elementi che rendono efficienti i processi d’acquisto: la centralizzazione delle gare, nel tentativo di ridurre la complessità determinata dalla frammentazione delle richieste provenienti dalle singole aziende sanitarie, e l’individuazione del prezzo ottimale al di sotto del quale aumenta la probabilità di gare deserte, con conseguente inefficienza per il Ssn.

A supporto delle centrali d’acquisto, i ricercatori della Liuc hanno quindi sviluppato un algoritmo previsionale che gli enti appaltanti regionali e le aziende farmaceutiche possono utilizzare per identificare i futuri fabbisogni o dimensionare gli acquisti delle gare. Il modello è costruito per effettuare una previsione degli anni 2023, 2024 e 2025, ma può essere aggiornato estendendone l’orizzonte temporale anno dopo anno e può essere arricchito dotandolo di indicatori di monitoraggio sul processo d’acquisto.

Quindi rivolta soprattutto a contrastare le carenze la proposta avanzata dal vicepresidente Egualia, Massimiliano Rocchi: «Lo studio realizzato da Liuc offre la conferma scientifica di quanto le aziende farmaceutiche denunciano da tempo sulla frammentazione regionale e sulla insostenibilità economica dei modelli di acquisto pubblici, basati su un unico aggiudicatario al prezzo più basso. È ormai indispensabile introdurre anche per i farmaci fuori brevetto di sintesi chimica, come già accaduto per i biosimilari, la regola degli accordi quadro con più fornitori, con quote predeterminate. Questo, nel panorama attuale, sarebbe l’unico elemento veramente innovativo capace di garantire razionalizzazione della spesa e nel contempo un’ampia disponibilità delle terapie, perché i pazienti avrebbero la possibilità di essere trattati con uno dei primi tre farmaci nella graduatoria dell’accordo-quadro, classificati secondo il criterio del minor prezzo o dell’offerta economicamente più vantaggiosa».