filiera

Diretta, Scaccabarozzi: in convenzionata tutti i farmaci prescritti dal mmg

26 Febbraio 2022

L’impianto normativo su cui si regge la distribuzione diretta ha bisogno di un aggiornamento che azzeri le distorsioni generate nel tempo dalla collocazione in questo canale di farmaci appartenenti invece al territorio. Lo ha detto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, nel corso dell’audizione organizzata dalla commissione Affari sociali della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla distribuzione diretta.

«L’impiego dei diversi canali distributivi» ha osservato Scaccabarozzi «dovrebbe avere per faro l’appropriatezza e la centralità del paziente». Dunque, quando la terapia investe l’ambito territoriale il farmaco andrebbe contabilizzato nel circuito della spesa convenzionata, lasciando agli acquisti diretti soltanto le specialità che richiedono il monitoraggio continuativo della cura.

«La medicina territoriale andrebbe rafforzata» ha ricordato il presidente di Farmindustria «perché è più comoda per il paziente, che ha diritto a un’assistenza di prossimità e alla disponibilità di tutte le alternative terapeutiche autorizzate, quando invece alcune Regioni impongono limiti sulla base di scelte soltanto economicistiche».

L’aggiornamento delle regole della diretta, quindi, dovrebbe avere per faro un semplice principio: tutte le terapie territoriali dovrebbero essere affidate alla prescrizione del mmg e alla dispensazione in farmacia. «Invece» ha ricordato Scaccabarozzi «permangono nella distribuzione diretta o nella dpc molti farmaci, come le incretine e i nuovi anticoagulanti orali, che dovrebbero essere affidati al circuito della convenzionata». Invece, l’accesso dei pazienti a tali medicinali è oggi complicato e limitato da prontuari e gare regionali.

Di qui la proposta che Scaccabarozzi ha rivolto alla commissione Affari sociali: «Tutti i farmaci non specialistici che rientrano nella prescrizione del medico di famiglia dovrebbero essere tolti dal Pht e affidati al canale convenzionato» ha sintetizzato il presidente di Farmindustria «e lo stesso dovrebbe vale per i farmaci che all’atto dell’immissione in commercio appartengono all’ambito specialistico ma poi nel tempo entrano nel perimetro della prescrizione in medicina generale».