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L’Aifa ribadisce: parziali i dati di Promofarma sulle dcr delle farmacie

28 Novembre 2023

Per stimare in modo attendibile la sostenibilità economica di un eventuale trasferimento di farmaci dalla diretta alla convenzionata occorre fare riferimento ai dati Ts raccolti da Sogei, perché quelli di Promofarma, alimentati dalle dcr delle farmacie associate, non risultano sufficientemente fedeli. Lo dice l’Aifa e lo certifica Federfarma, che con Sifo, Fofi e Assofarm ha firmato il Documento del tavolo tecnico per la revisione dei canali distributivi del farmaco. Come si ricorderà il protocollo, ufficializzato una settimana fa, fissa i criteri con cui individuare i farmaci da affidare alla distribuzione diretta, quelli che dalla diretta «possono essere trasferiti» alla dpc e infine i medicinali da spostare dalla dpc alla convenzionata.

Riguardo a questi ultimi, in realtà, il Documento congiunto rimanda ogni indicazione a quando si saranno realizzate due condizioni determinanti: l’entrata in vigore della nuova remunerazione, dal prossimo marzo se l’articolo 44 della Legge di Bilancio verrà approvato nell’attuale formulazione, e «il cambio di flusso informativo utilizzato ai fini della rendicontazione della spesa farmaceutica dall’attuale rilevazione Promofarma/Dcr al flusso Tessera Sanitaria (art. 50 della legge 24 novembre 2003, n. 326)».

Su quest’ultimo passaggio, in particolare, si sono soffermati in pochi; eppure a volerlo nella versione finale del Documento non è stata una delle associazioni firmatarie. Lo rivela a FPress Nello Martini, presidente della Fondazione ReS, che alla stesura del testo ha partecipato in veste di esperto: «L’Aifa ha partecipato ai lavori del tavolo ed è stata lei a chiedere che fosse aggiunta quella specifica».

Ma perché l’Agenzia del farmaco ha voluto inserire una precisazione che, a prima vista, sembra mettere in dubbio l’attendibilità dei dati sulla spesa convenzionata forniti da Promofarma? L’unica spiegazione plausibile arriva dal documento con cui, poco più di un anno fa, la stessa Aifa “faceva le pulci” alla proposta che in origine Federfarma aveva messo a punto per arrivare a una nuova remunerazione delle farmacie: il sindacato titolari, infatti, stimava la spesa farmaceutica convenzionata per il 2021 a poco più di 9,3 miliardi di euro, per l’Agenzia del farmaco invece la spesa superava i 9,7 miliardi, per una differenza di oltre il 4%. Una differenza non di poco, dato che era su questi numeri che sarebbero state quantificate le quote fisse per fasce di prezzo della nuova remunerazione. «I dati utilizzati da Aifa» scriveva l’Agenzia «sono quelli provenienti dal flusso Ts, istituito dall’ articolo 50 della legge 24 novembre 2003, n. 326».

Interessante anche la spiegazione che l’Aifa fornisce riguardo all’erroneità dei dati di Federfarma: «La differenza riscontrata» si legge nel parere «è imputabile al differente numero di confezioni registrate, nonché alla conseguente spesa convenzionata complessiva». A conferma, l’Agenzia aveva messo a confronto i dati di Promofarma e i propri con quelli provenienti sempre dalle dcr delle farmacie, ma trasmessi direttamente ad Aifa da ciascuna regione (vedi tabella sotto). Risultato, i numeri che arrivano dal sistema Ts e dalle dcr regionali coincidono quasi fedelmente, quelli di Federfarma-Promofarma invece mostrano scostamenti significativi. Che, osserva l’Aifa, «derivano verosimilmente dalla dimensione della rilevazione Federfarma che include il 95% circa delle farmacie italiane», mentre Ts e dcr regionali coprono il 100% degli esercizi.

 

 

Ecco, dunque, perché nel Documento condiviso sulla distribuzione diretta Aifa ha voluto mettere nero su bianco che ogni valutazione sulla sostenibilità di eventuali “travasi” da diretta a convenzionata va fatta a partire dai dati del sistema Ts, non da quelli di Promofarma. Che sui volumi sono parziali. E Federfarma, firmando il documento, ha persino certificato tale inattendibilità.