filiera

Manovra, ribadite misure su tetti e remunerazione. Cosa scriveva l’Aifa nel ’22

2 Novembre 2023

È approdato l’altro ieri a Palazzo Madama, dove verrà esaminato dalla commissione Bilancio a partire da martedì prossimo, il ddl del Governo con la Manovra per il 2024. Il testo, bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato e firma dal presidente Mattarella, conferma le misure su remunerazione delle farmacie e spesa farmaceutica che s’erano viste nell’ultima bozza circolata, quella circolata la settimana scorsa: il tetto sulla convenzionata si restringe dal 7 al 6,8%, quello sugli acquisti diretti aumenta dall’8,3 all’8,5%.

Confermati anche i ritocchi più recenti all’articolo (44, nell’attuale numerazione) riguardante la nuova remunerazione delle farmacie, dove cala da 0,28 a 0,10 euro (che diventano 0,115 dall’anno successivo) la quota premiale sui farmaci off patent: nella prima formulazione la misura riguardava gli equivalenti con prezzo uguale a quello di rimborso, ora invece abbraccia tutti i “senza brevetto” delle liste di trasparenza.

Invariati gli altri valori della nuova remunerazione: un margine a scatola del 6% sul prezzo al pubblico più una quota fissa di 0,55 euro per ogni confezione con prezzo al pubblico non superiore a 4 euro, una quota di 1,66 euro per i farmaci con prezzo al pubblico fino a 11 euro e una quota di 2,50 euro per ogni confezione sopra gli 11 euro. In aggiunta, è prevista una quota fissa aggiuntiva di 1,20 euro per ogni farmaco rimborsato erogato dalle farmacie con fatturato Ssn non superiore a 150mila euro, una quota di 0,58 euro per ogni farmaco erogato dalle farmacie con fatturato Ssn non superiore a 300mila euro e una quota di 0,62 euro per ogni farmaco erogato dalle farmacie rurali sussidiate con fatturato Ssn non superiore a 450mila euro.

Confermate anche l’abolizione degli sconti introdotti 662/1996, dalla Determinazione Aifa del 9 febbraio 2007, dal decreto legge 156/2004, e dal decreto legge 78/2010, così come la cancellazione dal nuovo anno della remunerazione aggiuntiva (e dei 150 milioni all’anno che assicurava alle farmacie). Spariti anche i 52 milioni di euro che la prima bozza della Manovra stanziava per coprire la riclassificazione dei farmaci di uso consolidato dalla diretta alla convenzionata: il finanziamento è sparito già con la seconda bozza e il testo conferma l’abrogazione.

Di più al momento sembra difficile saperlo, forse perché nessuno tra gli addetti ai lavori vuole sbilanciarsi davvero con stime che poi potrebbero rivelarsi sballate. Però qualche chiarimento lo si può comunque trovare: basta andare a recuperare la relazione che l’Aifa produsse un anno fa, nell’estate 2022, per commentare il modello di remunerazione messo a punto da Federfarma. È un documento ancora attualissimo, perché i valori proposti dall’Aifa sono – guarda caso – quelli che poi ritroviamo nella Manovra del Governo: nello schema del sindacato, per esempio, le quote fisse a confezione ammontavano a 0,55 euro, 1,70 euro e 2,55 euro, nella sua relazione invece l’Agenzia del farmaco conferma la fascia più bassa (0,55 euro per i farmaci da 4 euro in giù) ma taglia le altre a 1,66 e 2,50 euro rispettivamente.

Con questi valori, scrive l’Aifa, le farmacie dovrebbero ricavare una remunerazione di poco superiore ai 2,3 miliardi di euro, calcolata però sui volumi Ssn del 2021 (cioè i dati più recenti all’epoca disponibili). Rispetto a quello che nell’anno le farmacie effettivamente ricavarono fanno circa 250 milioni in più, ossia l’incremento che, ai tempi, il ministero aveva concesso alle farmacie.

Resta da vedere che cosa accadrà nel 2024, considerato che rispetto a tre anni fa c’è una pandemia in meno e quindi volumi che stanno cambiando. I calcoli dell’Aifa poi prendevano per base una quota premiale sul generico di 2,80 euro a confezione, ora invece l’incentivo è stato ridotto a quasi un terzo (0,10 euro) e allargato a tutti i farmaci delle liste di trasparenza.